Data storica per la Diocesi di Alife-Caiazzo, quella di lunedì 1 maggio.
Per la prima volta questa Chiesa diocesana celebra un Sinodo, senza averlo mai fatti nei suoi 31 anni di storia, ad eccezione degli ultimi celebrati per le diocesi di Alife e Caiazzo, rispettivamente 195 e 81 anni fa.
L’assenza di una simile esperienza ha impedito negli ultimi tempi una visione d’insieme della realtà ecclesiale che potesse generare in maniera organica e continuativa idee, proposte, stimoli da una riflessione condivisa, così come invece è accaduto negli ultimi mesi, tempo necessario a preparare il Sinodo, soprattutto nei mesi che hanno preceduto la visita pastorale di Mons. Di Cerbo alla Diocesi, e in quelli immediatamente successivi.
Gli incontri delle commissioni dei mesi scorsi hanno avuto così un loro precedente nei momenti formativi e aggregativi generati negli anni appena trascorsi a partire dalla revisione della formazione cristiana in preparazione ai sacramenti, ai progetti e attività della Caritas, al tentativo di animare e responsabilizzare i Consigli pastorali, e in soprattutto dal lungo tempo della Visita pastorale del Vescovo in due anni e mezzo di cammino.
Cosa avverrà?
Lunedì 1 maggio alle 18.30, con una messa, il Vescovo aprirà solennemente il Sinodo alla presenza dei sacerdoti, dei fedeli laici, e di coloro che sono stati scelti come delegati per la grande Assemblea che si riunirà nei mesi di maggio e giugno, luogo di discussione e votazione dei documenti già preparati dalle 5 Commissioni tematiche e approfonditi nelle Assemblee di forania.
Durante la messa tutti i delegati faranno la professione di fede e un atto di giuramento sul libro dei Vangeli che il Vescovo terrà tra le mani, a testimoniare l’impegno e la grande responsabilità che si assume per la Chiesa tutta di Alife-Caiazzo: cambiarne il corso e la storia.
“Il nostro primo Sinodo diocesano nasce – così ha scritto il Vescovo nel suo ultimo editoriale per Clarus – dall’amore e dalla voglia di riscatto di una Chiesa, spesso rassegnata e umiliata dai suoi stessi membri”.
È stata la recente Visita pastorale a confermare la volontà del vescovo e a suscitare nei fedeli il sogno di una Chiesa “riscattata”, nuova: negli incontri tenuti nelle parrocchie tra il Pastore e i fedeli durante la Visita, è emerso sempre e con chiarezza, il sogno di una Chiesa migliore, più incisiva sul territorio, fatta di maggiori ed equilibrate collaborazioni tra sacerdoti e laici, di maggiore ascolto tra parrocchie e territorio, di proposte e risposte che sappiano interpretare i tempi e i luoghi della contemporaneità.
Il Sinodo, soprattutto il lavoro di lettura allo specchio già svolto, traccerà un primo solco, segnerà il primo passo in direzione della Chiesa che sarebbe dovuta essere e venire ormai da qualche tempo, e che oggi Papa Francesco chiede di diventare: una famiglia che si ascolta, che programma la quotidianità, che fa della santità una condizione di normalità e una prassi consolidata che viene da scelte pastorali non d’occasione.
È significativo come nelle parrocchie, nelle assemblee di forania, negli incontri tra sacerdoti e religiosi, sia emerso, non senza fatica, un profondo esame di coscienza, la valutazione obiettiva “di ciò che siamo”, del modo “di aver evangelizzato”, della “vera testimonianza cristiana” offerta al territorio.
Una Chiesa che fa sinodo, che si mette insieme e dialoga, è una Chiesa che nel frattempo “recupera” il suo legame di comunità e con il Signore.
Questa la sfida, questa l’attesa per Alife-Caiazzo.