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Parco Nazionale del Matese. Non ci fa paura…

Nell'incontro tenutosi a Piedimonte Matese, gli esponenti di Legambiente e della politica matesina, invitati a confrontarsi sui motivi di interesse, ma anche su paure e dubbi, legati alla nascente idea di Parco Nazionale del Matese

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parco nazionale del matese

Questione di mesi prima che l’idea del Parco Nazionale del Matese – attesa da anni – diventi realtà; poi sarà necessario trovare l’intesa e la volontà concreta di essere Parco da parte dei Comuni individuati a farne parte.

Il passo che ci separa dalle decisioni del Governo e alla definizione della Legge 394 attraverso il Decreto “Modifiche alla legge 6 dicembre, 394/91, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette”, è breve e per fare un primo bilancio, per avere una prima visione di ciò che accadrà, si è mosso il circolo Legambiente di Piedimonte Matese di cui è presidente Bernarda De Girolamo.

Diversi gli esponenti politici, soprattutto in rappresentanza dell’area matesina chiamati a partecipare: la risposta più vivace è giunta dai sindaci del versante sannita del futuro Parco, sindaci e consiglieri più motivati e attenti alla nascente realtà, quelli che di fatto sono rimasti fuori dal Parco Regionale nato nel 2002 (seppur la sua istituzione risalga alla legge 33/1993).

Scopo dell‘incontro-dibattito di ieri pomeriggio presso l’Auditorium comunale di Piedimonte Matese è stato quello di suscitare interessi e motivazioni da parte di chi – i sindaci in primis – dovranno accogliere l’idea del Parco e viverci.

È facile veder rivivere le paure e i dubbi di alcuni allorquando nasceva Parco regionale, quando possibili restrizioni e nuove regole frenavano anche soltanto un concetto di autonomia mal posto, mal vissuto e poco orientato al bene comune.

Dopo i saluti di benvenuto della direttrice del Museo Civico, Laura Del Verme, a dare la spinta all’incontro la stessa De Girolamo, che in apertura ha letteralmente osato elencare, senza freni, i vantaggi di questa nuova “vita” per il Matese e i suoi abitanti, tanto sul fronte campano, quanto su quello molisano, con l’unica necessità di fare rete, superando divisioni tra partiti, associazioni, enti. “Economia sostenibile, sana e pulita” è quella che i comuni matesini potrebbero intravedere all’orizzonte di fronte al rinnovato interesse del Governo centrale verso questo territorio.

L’immagine e l’idea di Parco, sempre nella solida tesi di Di Girolamo, rappresentano la cassa armonica in cui cultura e ambiente genererebbero un nuovo ritmo economico e sociale che questo territorio merita.
Progetti ambiziosi ma che di fatto consentirebbero alle piccole terre immesse nel Parco Nazionale del Matese di godere di quei benefici economici che governi nazionali ed europei attribuiscono ai meritevoli progetti di rilancio e promozione dei territori.

È un’occasione per tutte le forze sane del territorio di dimostrare che lo sviluppo passa attraverso il rispetto sociale e ambientale“: le relazioni e la trasparenza politica prima di tutto, onestà intellettuale, e l’unico interesse di fare belle e presentabili  (nonché luoghi di produttività economica) le piccole realtà locali, facendone oggetto di interesse non solo per i residenti ma anche per il turista di breve o lunga permanenza.

Il paesaggio, i cibi, la viabilità, i collegamenti stradali, flora e fauna variegate oggetto di studi, antichi luoghi di culto rappresentano la miniera in attesa di un nuovo nome, un sincero e moderno trampolino di lancio.
A sostenere l’idea messa in campo da Legambiente di Piedimonte Matese alcune esperienze “di settore” ma soprattutto l’invito degli ospiti presenti perché i Parchi in Campania smettano di essere realtà penalizzate da commissariamenti a causa della mala gestione politica che se ne è fatta.

La nuova ipotesi di perimetrazione, proposta in sede da Silvano Mastrolonardo (Legambiente Molise), prevede nei confini del Parco un territorio di quasi 80mila ettari: in esso confluirà interamente l’attuale Parco Regionale del Matese, più nuovi comuni del versante molisano mentre altri del casertano fanno già notare l’interesse ad entrarvi: fa gola forse la cifra di 2 milioni di euro che annualmente andrebbero a coprire spese e progetti? Ogni grande progetto politico racchiude rischi concreti, come lo ha dimostrato il passato su cui troppi soldi pubblici hanno foraggiato interessi privati più che collettivi, facendo di belle intuizioni sociali, occasioni di accomodamento in poltrona per diverse poltrone.

Eppure i tanti rappresentantiparco nazionale del matese di Legambiente chiamati ad intervenire hanno chiesto il contrario, hanno chiesto di riscrivere da questo momento la storia futura di una porzione d’Italia, porta del Mezzogiorno, che attendeva da tempo un simile riconoscimento.
A dimostrare il peso e il valore delle risorse locali, su cui investire, alcuni progetti elaborati presso il Liceo Statale Galileo Galilei di Piedimonte Matese: guide turistiche e applicazioni web capaci di mettere in rete cittadini e territorio, visitatori e ricchezze locali.

C’è una miniera che attende di essere svelata, un tesoro ancora da far conoscere, e custodire; una ricchezza su cui investire, con onestà.

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