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ANTROPOS. Essere madri nella festa delle madri

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maternitàSiamo in procinto di entrare come ogni anno nel festoso clima della Festa della Mamma, sembra doveroso allora una mia riflessione su la figura più importante per la vita di ognuno di noi, che sia un essere umano o un essere animale.

Essere Madre comporta una grande conquista per una donna ma non può e non deve essere vissuta come una stasi del divenire Donna, che di per sé è un processo interminabile. Diventare madre non deve mai corrispondere alla rinuncia dell’essere donne ed essere mogli. Tutti veniamo da una madre, tutti siamo figli di una madre, questo aspetto ci accomuna a l’intero genere umano, quel che ci differenzia è il fatto che le madri non sono soltanto “generatrici” di figli ma si può diventare madri pur non avendo mai generato biologicamente figli. Ogni madre per questo educa diversamente i propri figli. Diventare madre è uno status psicologico e sociale che esula dal profilo nettamente genetico, la nostra contemporaneità d’altronde è zeppa di casi di adozioni anche di omo-coppie in cui si sviluppa il concetto di “madre” indipendentemente se nella coppia ci sia una donna o meno. Che può sembrare assurdo e contro-naturale, che può dar adito a giuste congettura su quel che saranno questi “figli” adottati raggiunta la maggiore età, che sviluppo psicologico subiranno? Saranno vittime di psicopatologie o, come mi auguro, staranno bene ed in armonia con se stessi? Questo nessuno può dirlo per adesso, bisognerà attendere almeno un decennio. Quello che però posso affermare anche esaminando le “grandi madri” dell’Antico Testamento, quindi facendo un ragionamento giudaico-cristiano, queste donne sono tutte sterili (pensiamo a Rachele, a Sara , a Rebecca) ed hanno ad un certo punto ricevuto da Dio il dono della maternità in tarda età, stipulando un patto con Dio secondo il quale “quel figlio” non è loro, è una vita ospite che è di Dio e di nessun altro.

E’ un dono. Ed in quanto dono va reso libero di andare, di evolvere, di essere condiviso ma mai deve cadere nel sintomo del possesso e della schiavitù. I figli non sono nostri schiavi, le madri non possono essere gravide per sempre, i figli devono essere lasciati liberi di andar via. Ne è massima dimostrazione la Vergine Maria, che ha portato in grembo un figlio non suo, bensì il figlio di Dio.  Che ha accettato il destino di questo figlio già scritto, che lo ha lasciato andare tra le braccia del Padre che è nei Cieli. Maria è certamente madre generatrice ma è soprattutto madre che ospita nella sua vita una vita che non è sua.

Come tutte le madri. Ed allora da questo insegnamento puramente biblico che trascende anche la visione laica dell’essere madre oggi, che possiamo definire buona madre chi soccorre alla richiesta di aiuto del figlio, chi nello stesso momento lascia andare il figlio al suo corso per riceverlo di nuovo e donargli il suo soccorso in caso di bisogno,chi in fin dei conti ama profondamente il figlio accettandolo per quel che è, che lo ama facendolo sentire unico perché ogni figlio seppur circondato da altri fratelli o sorelle, agli occhi di una buona madre è sempre unico al mondo. E che una buona madre può anche non essere completamente femmina.

Che di fronte a Dio il dono della maternità non è rinchiudibile in qualcosa che ha a che fare con il genere. Brindiamo quindi all’unicità dei figli e all’amore della madri che nonostante tutto…ci sono sempre !

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