Come ogni anno, Calvisi è tornato ad essere il cuore devozionale della Diocesi.
Nel piccolo sobborgo di Gioia Sannitica infatti si è ripetuto uno tra gli appuntamenti più cari alla pietà popolare locale: stiamo parlando del Pellegrinaggio a piedi al Santuario di San Liberato medico e martire, in occasione della festa tradizionale della seconda domenica di maggio.
Le modalità di un rito. Come accade da alcuni secoli, nella notte tra sabato e domenica, da tutta la valle alifana si sono rimessi in cammino decine e decine di fedeli; zaino in spalla, le piccole compagnie si sono mosse una per una dai principali centri della piana alifana (Piedimonte, Alife, San Potito, Gioia Sannitica).
In questa fase si è svolto quell’ideale passaggio di consegne che permette a tale tradizione di perpetuarsi attraverso le generazioni: grandi e piccoli, giovani ed adulti, singoli ma anche in gruppo, talvolta nuclei familiari, tutti si sono mossi in un cammino composto ed orante, durato alcune ore tra campagne e colline immerse nel buio. Epilogo emozionante è l’arrivo alla Parrocchia di Santa Maria del Carmine, divenuta Santuario di San Liberato proprio 50 anni fa, il 15 marzo 1967: qui, molti partecipanti al pellegrinaggio a piedi sono giunti alle prime luci dell’alba, per rendere omaggio al Taumaturgo nordafricano, nel corso della prima delle Sante Messe della giornata.
Al termine dell’Eucaristia, i pellegrini, con discrezione e silenzio, si sono portati alla Cappella del Santo, per il bacio della reliquia e dell’urna, oltre che per la visita al salone retrostante (dove a centinaia si conservano le testimonianze del grande affetto popolare nutrito verso San Liberato) ed infine defluire lungo le viuzze del borgo, consumando una veloce colazione a sacco prima di tornare a casa. L’andirivieni delle compagnie a piedi è andato via via esaurendosi nel corso della mattinata di domenica ma di fatto il fiume di devoti non si è arrestato, anzi: nel corso del pomeriggio è stata la volta dei moderni pellegrini motorizzati che, una volta giunti a Calvisi, hanno preso parte dapprima alla solenne Concelebrazione eucaristica, presieduta nel tardo pomeriggio da Mons. Valentino Di Cerbo, Vescovo di Alife-Caiazzo ed infine alla processione, che ha portato il simulacro di San Liberato lungo le strade del borgo, salutato dal lancio dei fuochi pirotecnici.