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Piedimonte Matese. “Museo Civico? Un’officina creativa”: la parola al direttore Laura Del Verme

Una chiacchierata con Laura Del Verme a guida del Museo Civico Raffaele Marrocco da novembre 2016, quando, decaduta l'Amministrazione comunale, il ruolo di direttore scientifico della struttura cittadina è stato riassegnato. Mesi di programmazione e attività costanti in cui interazione e competenze hanno dato bei risultati

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A poche settimane dal termine dell’incarico, con il Direttore del Mucirama abbiamo fatto il punto andando “oltre” il Corridore del Cila e le antiche collezioni che custodisce la struttura. Ne è venuta una riflessione su persone e anime che hanno abitato e vissuto il Museo cittadino in questo modo.

laura del verme museo piedimonte mateseMucirama. In quale direzione?
In continuità con una serie di eventi e di realtà che hanno sempre caratterizzato la vita culturale a Piedimonte Matese. Molte delle nostre attività sono il risultato di progetti firmati da associazioni del territorio, pertanto mi è sembrato doveroso aprire gli spazi del Mucirama a diversi generi di manifestazioni che hanno un valore forte e identitario per la comunità locale.

In questo si innesta il lavoro di collaborazione con le Scuole del territorio…
Ho cercato di capire che volto avesse il nostro pubblico e di conseguenza messo in piedi progetti  che andassero incontro alle sue esigenze. La realtà scolastica di Piedimonte Matese è straordinaria sia per il numero dell’utenza che per le competenze degli studenti. I progetti e le idee di start up che hanno concretizzato con i percorsi di alternanza scuola-lavoro per esempio ci hanno rivelato un potenziale unico: mi è sembrato doveroso accogliere e lanciare – nel maturo e professionale rapporto con i Dirigenti scolastici –  la proposta di collaborazione con tutti loro permettendo attraverso gli spazi del Museo di esternalizzare le idee e i sogni sogni di questi ragazzi.

Che idea si è fatta di loro?
La mia esperienza lavorativa mi ha sempre consentito di interfacciarmi con i più giovani; qui posso confermare di essermi trovata di fronte ad un patrimonio, in termini di creatività, veramente originale.
Lo conferma l’evento organizzato con gli studenti del Liceo Galileo Galilei – indirizzo Classico – in occasione della Giornata della Cultura Ellenica: il prodigio è stato vederli artefici dell’organizzazione e della stessa manifestazione. Hanno scritto i testi, hanno letto metricamente in greco con passione e competenza, con disinvoltura e amore riuscendo a comunicarci emozioni forti. Altrettanta esperienza di cultura e passione è venuta dall’esperienza con gli studenti dell’Alberghiero intorno all’evento “Orzo e Gladio”.

Poi una mostra pittorica che ha rivelato le doti di un “nuovo” artista, Chrstian Fusco, appena diciottenne…
Ho intuito che c’era qualcosa di potenzialmente bello da rivelare: Christian, che ho conosciuto al Liceo, ha avuto la responsabilità di progettare il percorso espositivo oltre quello di esporre le sue tele nelle sale ai piani superiori del complesso monumentale che ospita il Museo civico. Ha lavorato, si è lasciato correggere e ha ha portato a termine il suo lavoro con tanta umiltà… Un merito che volentieri estendo ai suoi numerosi coetanei anch’essi impegnati nella esposizione di pitture che abbiamo ospitato.

Museo, non soltanto luogo di esposizione?
Officina creativa dove l’interazione tra chi lo frequenta, lo anima e lo vive, fa la differenza.

Cosa resta dopo gli eventi eccezionali, dopo il bagno di folla che garantiscono le scolaresche e i grandi pubblici?
Penso che un museo cittadino sia lo specchio della sua comunità: la cura che abbiamo di esso e de  nostri beni in generale, rivela molto di quello che siamo. Una raccolta museale cittadina, una pinacoteca, una struttura come il chiostro di S. Domenico non possono vivere se separatamente tra loro, o separati dalla comunità.

Ci spieghi meglio…
Un museo, perché sia vitale deve essere realmente frequentato,  deve avere la capacità di rigenerarsi; non può rimanere un luogo dove semplicemente sono conservati oggetti di cui si rischia di perdere memoria se privi di una didascalia descrittiva. Limiti che non toccano le più grandi realtà archeologiche o artistiche perché dotate di identità solide e radicate.

Quali strade per irrobustire l’identità del Mucirama?
Allestire un museo intorno ad una collezione privata – passione creativa di qualche collezionista- non è detto che possa piacere a tutti. Una struttura bella come il convento di San Domenico che al suo interno custodisce una molteplicità di tesori può raccontare in tanti modi la storia di Piedimonte Matese, e attraverso i reperti che custodisce, rivelare e raccontare qualcosa di nuovo, sempre, mai come prima.
Facciamo dei musei luoghi del quotidiano, aperti alla gente!

Cosa spingerebbe una persona a tornare quotidianamente e volentieri al Mucirama?
Tempo fa ho conosciuto un gentile signore di settant’anni. È il direttore del Museo del Bottone di Sant’Angelo di Piove (PD), cittadina di 700 anime, che fa 170mila visitatori all’anno.

La formula?
Sono i programmi, le storie di vita e di vissuto che raccontano quei bottoni ogni volta in maniera diversa.
Che motivo avremmo di tornare agli scavi di Pompei tanto spesso? I percorsi diversi, l’apertura di nuove domus, la varietà e la novità di una storia nota al mondo intero, ma ogni volta riproposta al visitatore con formule e intuizioni diverse, fa la differenza: questo deve valere anche per noi, avere cioè un programma culturale che diventi elemento di curiosità.

Lei però ha parlato di quotidianità vissuta al museo…
È l’esperienza di chi viene a fare una passeggiata, a salutare, è l’esperienza degli studenti che al loro arrivo si impossessano di questo luogo, dei volontari che sostano tra gli ambienti anche durante il break: sentirsi parte di un tutto che regala emozioni e non sciuparlo. Questo conta.

Il programma di queste ultime settimane in attesa che cambi l’Amministrazione e abbia termine, come previsto, il suo contratto…
Dopo gli eventi con il Circolo Legambiente sul nascente Parco Nazionale del Matese e dopo l’anteprima del Festivale dell’Erranza che ha visto la presenza di Peppe Barra, c’è stato l’evento del Centro Musicale Pro Arte. Appuntamento al 18 maggio in occasione della Giornata dei Piccoli Musei con la presenza di Peppe Barile per una lettura dell’Iliade molto suggestiva.

E i laboratori didattici appena realizzati? Come proseguirà questa esperienza?
Mi preme ringraziare per l’ideazione e la realizzazione dei laboratori l’associazione Am’Arte e i suoi volontari.
Le attività saranno allestite nel chiostro perché gli ambienti preposti purtroppo sono oggetto di infiltrazioni pesanti di umidità.

Mucirama e Am’Arte, collaborazione collaudata. Ma altrettanto si può dire del rapporto con altre associazioni
La prima è una realtà composta da persone appassionate e competenti, interessate alla propria città. Le altre mi hanno rivelato un mondo creativo e capace, tenace e disponibile in cui ognuno ci mette del suo e non teme di mettersi insieme ad altri, di fare sinergia: una prerogativa che non è di tutti i luoghi del mondo.

 

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