Il dott. Luigi Di Lorenzo, Dirigente Medico Fisiatra dell’Azienda Ospedaliera “G. Rummo” di Benevento, è il nuovo sindaco di Piedimonte Matese. Le sue parole a distanza di qualche ora dalla chiusura dei seggi: “Integrare, razionalizzare, qualificare, rendere efficiente l’offerta dei servizi pubblici comunali in una logica di rete e di contenimento dei costi“, ecco la sua immediata proposta.
Comunicato stampa
Mi corre l’obbligo di ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicino e ci hanno sostenuto sostenendoci con la loro fiducia. Come ho anticipato durante la campagna elettorale, la nostra sarà una amministrazione aperta al dialogo e al confronto con la popolazione per la risoluzione dei problemi.
In relazione al carattere strutturale della crisi, occorre riportare il nostro Comune a costruire forme di collaborazione virtuosa con gli enti ed in primis, come già detto, con i Comuni limitrofi dell’area territoriale circostante: ciò può avvenire per diversi temi quali l’economia, il territorio, l’ambiente, i servizi scolastici, i servizi pubblici, i servizi tecnici-finanziari.
L’obiettivo è integrare, razionalizzare, qualificare, rendere efficiente l’offerta dei servizi pubblici comunali in una logica di rete e di contenimento dei costi. La pianificazione territoriale del nostro comune sarà il tema programmatico più importante che ci prefiggiamo in quanto il suo sviluppo deve avvenire tramite l’integrazione degli aspetti ambientali con quelli umani ed economici.
È necessario creare un’identità territoriale nel bacino dell’Alto Casertano – Parco del Matese con interconnessioni dirette con le realtà dei comuni confinanti che sono riusciti già a partire in questa direzione. In tal senso è fondamentale porre le basi per lo sfruttamento del territorio in maniera sostenibile con attività ricreative, naturalistiche e culturali, inserendosi in tutti i circuiti virtuosi del turismo alternativo e rurale e stipulando accordi duraturi con associazioni che operano sul territorio.
Siamo certi che il sistema agricolo locale può riuscire a risollevarsi, come abbiamo spiegato durante la nostra campagna elettorale, solo sviluppando il concetto di filiera corta legata alle produzioni tipiche locali. Gli incentivi a favore del processo di valorizzazione del settore potranno passare attraverso gli strumenti di finanziamento comunitario e l’instaurazione di rapporti con la cooperazione. Con questi obiettivi l’Amministrazione sosterrà tutte le iniziative che gli agricoltori intraprenderanno per tendere alla nascita dell’economia agricola locale.
Questa lettera è indirizzata al nuovo sindaco di Piedimonte Matese
L’amore per questa città – l’ho sperimentato io stesso – non deriva da un legame di sangue, né da un generico amor soli, amore del luogo dove si è nati.
Eppure è proprio l’amore per il luogo, il primo requisito che vorrei chiedere al sindaco venuto a governare questa città.
In modo esagerato e guascone, diciamo che Piedimonte non si discute, si ama.
Ma negli ultimi tempi, dolorosi e depressi, sembra proprio che Piedimonte sia il luogo di cui soltanto si discute, e che fondamentalmente nessuno ama.
Piedimonte è una città depressa e rassegnata. A deprimerla e a rassegnarla intorno al suo destino, ci abbiamo pensato prima di tutto noi piedimontesi, con il nostro pressappochismo, con la nostra assuefazione alla bellezza dei luoghi che abbiamo sempre sotto gli occhi, e di cui non ci curiamo più.
La bellezza di Piedimonte è ormai un orpello dove nemmeno più noi crediamo fino in fondo.
Bande senza scrupoli hanno lordato ogni cosa, dispersa, rinchiusa, segregata.
Eppure Piedimonte c’è, è ancora viva.
Miracolosamente viva, nonostante i problemi di una città ormai decaduta più che decadente, senza un soldo, senza un progetto, senza futuro.
Il mio appello è proprio questo: non parlateci più di progetti. Il nuovo sindaco che è arrivato – non ci parli di progetti, non pronunci parole vane e vacue.
Non parli di progetti. Ci dica, cosa vuol fare per restituire a questa onorata città, una decenza che non ha più, e non è più da molto tempo. Una città non conveniente, indecorosa e indegna.
Eppure, Piedimonte c’è, è ancora viva.
Molti giovani vivono a Piedimonte e sono sani e credono e vorrebbero vivere in una città migliore, e fanno, disordinatamente e senza nessun sostegno, ma fanno.
Molti pensionati vivono a Piedimonte e sono sani e credono e vorrebbero vivere in una città migliore e fanno, disordinatamente e spesso invano e senza nessun sostegno, ma fanno.
Molte madri continuano a far nascere i loro figli a Piedimonte, e li allevano e li fanno crescere, senza nessun sostegno, ma lo fanno.
Poi è deprimente sì, ed è fonte di rassegnazione, ed è indecente, che Piedimonte offra ogni giorno a questi uomini e queste donne, l’immagine indecorosa e indegna di una città in ginocchio.
Eppure Piedimonte c’è, è viva.
Le associazioni, i volenterosi, i saggi, sono ancora fra noi. Lei, nuovo sindaco ora arrivato, invece di nominare la parola progetti, faccia affidamento a costoro. Li incoraggi, se può, non li abbandoni, come hanno fatto tutti.
Dimostri, in una parola, quell’amore così sparito, così disperso.
Offra a questa città una dignità, e tenga i molti maiali affamati lontani, a distanza.
Cordialmente Enzo