Una riflessione che coincide con il tempo della Pentecoste, quella che Angela Catarcio, ex insegnante di Lettere di Piedimonte Matese, assegna a poche ma intense pagine, racchiuse sotto il titolo Il nostro Infinito.
La cristianità non può prescindere dalla cultura greco-romana, i cui contenuti ne costituiscono le radici inossidabili. Il Cristianesimo, dunque, riprende l’impalcatura valoriale degli Antichi, arricchendola con i sentimenti dell’amore e del rispetto dell’altro che sono il fulcro del messaggio di Gesù Cristo.
“Essere cristiani – in ogni tempo – non è facile, perché bisogna spesso andare contro corrente”. Ciò significa il bisogno di aprirsi anche a chi non crede, definendo uno spazio di “dialogo”.
La considerazione dell’altro come “persona”, ricettacolo di sentimenti e diritti, può concretizzarsi solo attraverso il dialogo e in ciò si riconosce un atteggiamento di vita autenticamente cristiano. Non una spiritualità sterile o meramente formale, ma una spiritualità che si riconosce nella capacità dell’individuo di mettersi continuamente in discussione, senza mai rifiutare il confronto.