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Baia e Latina. La tavola lignea della Madonna delle Grazie torna nella sua sede originaria

Dopo il lungo e complesso lavoro di restauro, curato dalla dott.ssa Michelina Acquaro, la tavola raffigurante "Maria dispensatrice di grazia" viene ricollocata nella sua sede originaria all'interno della chiesa di San Lorenzo Martire

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La tavola lignea raffigurante la Madonna delle Grazie è tornata nella sua sede originaria. A suggellare la ricollocazione dell’icona, nella chiesa di San Lorenzo Martire, di Baia e Latina, la benedizione del vescovo Valentino Di Cerbo, e del parroco don Antonio Sasso.
La tavola ha ricevuto un intervento di restauro piuttosto complesso, curato dalla dott.ssa Michelina Acquaro, accreditata presso la Soprintendenza di Caserta. Le condizioni in cui versava l’opera erano di notevole degrado, a causa dell’attacco da parte di insetti xilofagi. Le connettiture delle assi presentavano sconnessione e fenditure, mentre tante difficoltà sono state causate dall’asportazione della tela in un precedente restauro.
La tavola lignea, databile tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, è stata velinata con carta giapponese e colla di coniglio. Dopo un periodo di circa due mesi, si è proceduto al risanamento del supporto ligneo: il legno è stato disinfestato, sono stati applicati in diverse riprese innesti e tasselli di pioppo a forma di cuneo inseriti secondo l’andamento della fibre del legno. La traversa incoerente, avvitata sul tavolato, nella parte retrostante è stata rimossa e sostituita con due traverse di duralluminio. Complessa e lunga la pulitura a causa dei danni procurati dal vecchio restauro, è stata rimossa la vecchia vernice ossidata con appropriati solventi. La fase della stuccatura si è presentata particolarmente laboriosa. All’integrazione pittorica avvenuta con tecnica mista, selezione cromatica e rigatino, ha fatto seguito una verniciatura di resina e cera.

L’icona raffigurata sulla Tavola è “Maria dispensatrice di grazia”, tema medievale. Tra le braccia della Vergine si trova il Bambino, e la veste della Madre presenta una cintola annodata segno di un futuro parto; i seni uscenti da due aperture della veste premuti dal bambino e da Maria stessa e il latte che ne fuoriesce è simbolo e segno delle grazie che Maria riversa sull’umanità in particolar modo su coloro che venerano questa icona. I tre cherubini alla base della immagine rappresentano la Trinità di cui Maria è il capolavoro: Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito. I colori delle vesti della Vergine indicano la umanità (il rosso) rivestita di divinità (il verdeazzurro). L’aureola dorata viene dalla tradizione tardo-gotica; la fronte alta e i capelli chiari richiamano canoni estetici del primo Rinascimento e indicano sapienza la prima e l’essere angelico i secondi.
Il restauro, che ha permesso alla tavola lignea di ritornare allo splendore di un tempo, fungendo, oggi più che mai, punto di riferimento per l’intera comunità parrocchiale, è stato possibile grazie a fondi raccolti dai membri del Consiglio pastorale, ricavati da diverse iniziative realizzate, e in particolare grazie ad offerte di fedeli che risiedono all’estero.

 

 

 

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