Tra le molteplici devozioni mariane che affollano il vasto panorama della Pietà popolare nel territorio compreso dalla Diocesi di Alife-Caiazzo, sicuramente un posto di spicco va assegnato al culto in onore della Vergine del Monte Carmelo, ricordata dalla Liturgia di ieri. Dalle nostre parti in particolare, tale devozione si manifesta attraverso l’uso dello scapolare, come pure attraverso pie pratiche e manifestazioni; sono ancora tanti infatti i luoghi in cui si portano avanti dei festeggiamenti esterni, come ad esempio a Lautoni di Formicola, a Marcianofreddo di Alvignano, come pure a Calvisi di Gioia Sannitica, a Totari di Alife, a Pratella, Piedimonte Matese e a Treglia di Pontelatone, dove quest’anno la comunità ha potuto venerare l’icona mariana in compagnia del vescovo Valentino Di Cerbo.
Le origini. Ma da dove nasce questo titolo, con questa caratterizzazione geografica così precisa, che ci porta dritti fino in Terra Santa? Per capirlo, occorrerebbe andare a sfogliare addirittura l’Antico Primo e più precisamente il Primo Libro dei Re (18, 41-45): il Profeta Elia, dimorante sul Carmelo, ebbe la visione di una piccola nube, che dalla terra ascendeva verso il monte, portando pioggia e salvando Israele dalla siccità. Secondo la mistica cristiana, tale nube avrebbe prefigurato la Vergine Maria, che accettando di essere la Madre del Signore, donò al mondo il Messia.
Ma dopo il Profeta Elia, il Carmelo continuò ad ospitare asceti ed eremiti, che nei primi secoli dopo Cristo si radunarono nel gruppo dei “Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”; in seguito, Crociate e persecuzioni nei Luoghi santi fecero si che tale ordine cominciasse a diffondersi anche in Europa. Fu qui che, secondo la tradizione, la Vergine si manifestò a San Simone Stock, il 16 luglio 1251: durante tale visione, la Vergine donò all’allora Padre generale dei Carmelitani uno “scapolare”, promettendo la salvezza dall’inferno e la liberazione dei fedeli dal purgatorio nel sabato seguente alla loro morte, il tutto se avessero indossato quell’abitino con fiducia. Nacque il cosiddetto “Privilegio sabatino” che decretò la diffusione ed il radicamento definitivo tra la gente della devozione alla Madonna del Carmelo, fino ai nostri giorni.