Capita nella vita di incontrare Comici ed Artisti. I primi hanno una grande vena umoristica: anche i secondi ce l’hanno ma quest’ultimi hanno pure un cuore grande, capace di esprimere concetti tanto profondi quanto affascinanti fino a rendersi protagonisti di gesti generosi, come accettare l’invito di un amico, esibendosi durante una festa di piazza a titolo puramente gratuito. Quando poi scopri che a farlo è un Artista del calibro di Max Cavallari (componente del duo dei Fichi d’India), l’emozione raddoppia, anzi triplica, perché non succede tutti i giorni di trovare un Artista che unisca al talento una Fede intensa ed una vita vissuta a stretto contatto con la spiritualità. Max Cavallari infatti non è capitato per caso a Piedimonte Matese, quale attrazione principale dei festeggiamenti in onore della Regina del Carmelo e di Sant’Anna. La sua recente presenza nel capoluogo matesino ha tutta una storia che vale la pena di essere raccontata.
Max, puoi raccontarci come sei finito a Piedimonte Matese?
Io ed Antonio Iovine (che nel Comitato festa, presieduto dal Parroco, ha funzione di vicepresidente, ndr) abbiamo un amico in comune.
Ci siamo conosciuti a Roma, da Papa Francesco nel corso di una udienza generale. Eravamo tutti li ad aspettarlo: abbiamo scambiato quattro chiacchiere, mi ha parlato del suo paese, delle sue chiese e delle sue fontane e mi ha invitato qua. Pensavo lo dicesse cosi per dire ed invece poi si è avverato. Sono venuto, ho fatto un bellissimo spettacolo e la gente mi ha accolto bene, in un paese molto bello e pulito. Il mio amico Antonio aveva ragione!
A farvi conoscere è stato un evento spirituale. Qual è il tuo rapporto con la Fede e quanto conta la spiritualità nella tua vita quotidiana?
A parte che sono stato Medjugorje e sono cresciuto nei Boy scout, dove è nata la mia carriera, io sono cattolico, sono devoto a San Francesco e vado sempre ad Assisi, alla Porziuncola. Ho visitato anche Santa Rita da Cascia e Collevalenza: ho girato tanto. E la Fede per me è importantissima, tutti i giorni. Porto sempre con me un rosario, soprattutto quando vado in televisione: è importante che anche i giovani vedano che comunque io possa dare una testimonianza. Ne sono contento.
Stasera col tuo spettacolo ci hai insegnato che ridere fa sempre bene. Quale messaggio ulteriore senti di lasciare alla nostra Comunità diocesana?
Tutte le mattine bisogna alzarsi e sorridere perché, a parte che il sorriso è un’antica ricetta medica, bisogna essere tutti un po’ come San Francesco, che era giullare di Dio. Col sorriso si fanno tante cose: il mio amico Bruno (Bruno Arena, componente dei Fichi d’India, colpito da un aneurisma nel 2013, ndr) non parla, non cammina, ma quando mi sorride mi insegna ancora tanto. Bisogna imparare a sorridere e sorridere di più, soprattutto nei momenti difficili.
L’intervista finisce, ma non la lunga serata di Max, che con la moglie e Beppe Altissimi, sua degna spalla artistica, si trattengono fino a tardi con i membri del Comitato festa e con gli ammiratori per estrarre insieme i numeri della Lotteria di beneficenza e poi regalare ancora autografi, foto ricordo ed appunto, sorrisi. Non c’è stanchezza, ma solo un’evidente piacere di stare tra la gente e rallegrarla. Perché ci sono comici ed Artisti… e Max figura certamente tra quest’ultimi.