Una serata dedicata al confronto, al bilancio, ad uno scambio di pareri sulla mensa Panis Caritatis inaugurata lo scorso gennaio a Piedimonte Matese in Piazza Europa, nei locali della centrale Enel.
Il direttore della Caritas diocesana, Don Arnaldo Ricciuto, ha esteso l’invito a cena al vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, alle Caritas e ai sacerdoti di Piedimonte e San Potito Sannitico – i comuni da cui affluiscono persone per il pasto quotidiano – e ai 20 fornitori che a titolo gratuito offrono cibi e beni di prima necessità favorendo così il funzionamento della struttura. A questi si sono aggiunti i 12 volontari che a turno prestano il loro servizio di assistenza e pulizie quotidianamente e ai membri della cooperativa Noesis che di fatto gestisce il servizio mensa.
Assente qualche sacerdote, così come alcuni tra i fornitori, ma la serata è stata comunque l’occasione per fare il punto sulle potenzialità del servizio, sui limiti ancora da superare al fine di rendere la possibilità di un pasto caldo (a pranzo) a portata di molti.
Su questa linea si sta muovendo infatti la Caritas di Alife-Caiazzo anche in collaborazione con qualche Sindaco del territorio che oltre ad aver segnalato casi di famiglie indigenti , si è reso disponibile a favorirne il trasporto verso il capoluogo matesino per il pranzo di ogni giorno.
Non solo: tra le nuove possibilità per chi accede alla struttura, vi è anche quella di ritirare confezioni di cibo (non cotte, ma opportunamente sigillate) per la conservazione e la preparazione di piatti in casa.
Grazie poi al perfezionamento del regolamento di accesso alla struttura Panis Caritatis, anche ai bambini è donata la possibilità di ricevere il piatto giornaliero sul posto, evitando ad alcune famiglie che ne avevano fatto richiesta, il disagio di dividersi a causa delle autorizzazioni ad accedere concesse solo ai maggiorenni.
1338 i pasti offerti negli ultimi 4 mesi agli ospiti della mensa: prevalente il consumo di frutta e verdura con l’arrivo dell’estate; parimenti il consumo di carne, pesce cui segue quello di uova ed altro. Anche queste indicazioni sono state fornite e dettagliate nel corso della serata.
Il cammino di questi ultimi 4 mesi di effettivo servizio ai fratelli più bisognosi è stata esperienza altrettanto formativa per chi si è dovuto misurare – la Caritas diocesana – con un’attività nuova sperimentando un fronte della carità fatto non della semplice somministrazione di cibo, ma della più importante e delicata rete di relazioni necessarie a captare a ad avvicinare i bisogni, rispondendo alle attese di molti, a volte deludendone alcuni, ma senza mai tralasciare l’ascolto e il dialogo.
Una mensa è molto di più del suo nome e delle sue apparenti funzioni: è tempo, lavoro, incontro, soluzioni per chi vi bussa e scopre di trovare molto più di un piatto caldo.