Ormai si tratta di vera e propria emergenza: nell’Alto Casertano la proliferazione della fauna ed in particolare la presenza dei cinghiali sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. A questo vanno ad aggiungersi gli inevitabili problemi collaterali – in termini di economia – dovuti alla distruzione dei raccolti.
Ormai da mesi si fa la conta dei danni: non solo aziende agricole, ma anche raccolti ad uso familiare andati completamente perduti.
Insorgono in tanti, fanno appello alle istituzioni, ma è proprio la microeconomia, quella al di fuori dei grandi mercati – e che di fatto sostiene la vita delle famiglie altocasertane – ad aver subito un duro colpo: a Letino, il comune più alto della provincia di Caserta, noto per la produzione di prelibate patate, quest’anno, come negli ultimi 2 si metterà da parte solo il 50% dei tuberi rispetto a quelli “previsti”.
A Sant’Angelo d’Alife, un incontro sabato sera per fare il punto e sedare gli animi dei numerosi agricoltori danneggiati organizzato dal vicesindaco Michele Caporaso con la presenza di Felice Argento, supporto tecnico dell’area faunistica venatoria della Regione Campania.
Il problema dei danni causati dal cinghiale può essere risolto solamente agendo a più livelli, con una gestione complessiva delle popolazioni sia nelle aree di caccia, sia nelle zone precluse all’attività venatoria e attraverso un’approfondita conoscenza della popolazione sulla quale si deve operare. Spesso si dimentica che in determinati contesti non esiste una netta relazione tra entità dei danni e densità o dimensione della popolazione di cinghiali.
Da una parte gli agricoltori con l’urgenza di vedere ridotto il numero di cinghiali, dall’altra i cacciatori pronti a sostenere il contrario. Nel mezzo la Regione Campania con un Piano straordinario Emergenza Cinghiali e un modulo sotto forma di indennizzo per il finanziamento di recinzioni al fine di tutelare il raccolto. Soluzioni solo parziali di cui possono beneficiare se si considera che i destinatari “ufficiali” del provvedimento sono di fatto le aziende, ma non i privati che tuttavia arrivano a coltivare – anche solo per uso domestico – vaste estensioni di terreno sia in patate, che in vigneti.
L’incontro di Sant’Angelo in questi termini ha dato rassicurazioni invitando anche i privati a fornire richiesta di risarcimento per la realizzazione di recinzioni, seppur ad avere la precedenza sarebbero – al momento – le aziende. D’intesa con l’Amministrazione, nella persona del vicesindaco Michele Caporaso, il Comune di Sant’Angelo sarà centro di raccolta per quanti vorranno inoltrare la propria domanda alla Regione perchè ad interloquire con l’Ente vi sia una istituzione locale, a tutela dei suoi abitanti.
Che cosa ridicola. Cioè si è organizzato un incontro per trovare la soluzione ed i soldi solo per le aziende di Caporaso e gli amici di Caporaso. Poi vendono specchietti per le allodole promettendo anche ai privati. Caporaso sei in campagna elettorale piena, poi senza l’ausilio di in tecnico che faccia sopralluogo e conto dei danni dovrebbero dare i soldi per 4 foto? Ma stiamo scherzando ? Ragazzi svegliaaaaa !!! Sono 7 anni che non fa un tubo ed ora si inventa le sciocchezze per racimolare voti !!! Ancora qualche mese e tutti a casa !
Il bene non e’ sempre visibile a prima vista solo a tempo debito viene conosciuto, spesso quando la verità emerge non serve più xche’ dilaniata dalla critica. Conviene sempre essere fraterni, aperti, sinceri. Gli uni ~ gli altri.