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Caiazzo, dove i panini si farciscono di filosofia. Il progetto di Terrae Motus

Procede la selezione delle migliori farine, dalle terre dell'Alto Casertano, per offrire impasti di qualità e proprietà chimiche senza eguali, anche all'attenzione di esperti del settore scientifico

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L’hanno battezzata Filosofia del seme: sapere e studio appassionato sull’origine di un panino fragrante, profumato, leggero, ma soprattutto diverso.
Il progetto non è nuovo perchè attivo da oltre un anno, ma quotidianamente si rinnova a Terrae Motus la paninoteca del centro storico di Caiazzo gestita dall’agronomo Vincenzo Coppola, e i produttori della birra artigianale Karma, Mario Cipriano e Carmela Acanfora.

Il nostro non è un semplice panino, per noi rappresenta un legame concreto tra il mondo rurale e il contesto urbano” raccontano loro “Noi crediamo nella filosofia del seme!”.

Attivi nell’unico progetto, quello di una proposta alimentare sana, fondata solo ed esclusivamente sull’utilizzo di prodotti locali coltivati nelle terre dell’Alto Casertano, controllate dal seme (appunto!) fino alla raccolta e alla trasformazione.
Per Vincenzo Coppola un curriculum arricchito dall’esperienza con il recupero e il rilancio di antichi semi di frumento, antichi grani ormai sostituiti da prodotti industriali, talvolta “artificiali”;  per Mario e Carmela una lunga e appassionata ricerca di formule fino ad arrivare alla produzione di una birra dai sapori ancora “unici”, dove la fragranza è sintesi per palato e naso.

Vacanze ormai alle spalle per molti di noi. Riprende la cura del lavoro. Sì, perchè questo lavoro non soltanto commerciale è fatto di cura, di dedizione, di ascolto delle stagioni, dei venti, delle temperature.
La terra – che non va in vacanza – chiede di essere ascoltata, vissuta, così come questi tre amici e come tanti sul territorio si impegnano a fare.

Il racconto di Vincenzo, agronomo affermato, sullo studio e l’utilizzo di antiche farine: “In questo nuovo contesto globalizzato le multinazionali hanno imposto la logica del brevetto sui semi, in pratica esercitano la proprietà intellettuale sui semi ritenendoli propria invenzione e proprietà. Ciò vuol dire che poche persone decideranno cosa dobbiamo seminare, produrre e cosa dobbiamo mangiare, generano inoltre perdita di biodiversità e l’impoverimento degli agricoltori spesso ridotti alla fame per via di un’impossibile competizione contro colossi mondiali.
Il nostro panino invece è realizzato da semi di grani antichi selezionati direttamente da noi sul territorio e coltivati secondo i dettami dell’agricoltura biologica. Ogni seme è l’incarnazione dei millenni di evoluzione della natura e dei secoli di riproduzione da parte degli agricoltori, è l’espressione pura dell’intelligenza della terra e dell’intelligenza delle comunità”.

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