di Luca Fattore
“Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare un giovane? Un altro giovane.”
Se dovessimo usare una sola frase per riassumere l’ultimo camposcuola diocesano giovanissimi di Azione Cattolica sarebbe senz’altro questa che Papa Francesco pronunciò durante la celebrazione conclusiva della GMG di Rio del 2013. Poche parole che simboleggiano la forza trainante che i teenager hanno reciprocamente fra di loro.
Partiti lo scorso 28 agosto, 27 giovanissimi delle parrocchie Spirito Santo di Piana di Monte Verna, Maria SS. Assunta di Caiazzo, S. Maria della Valle di Sant’Angelo, Santa Caterina di San Potito e S. Sebastiano di Alvignano (paese rappresentato anche dai ragazzi del Catecumenato crismale della parrocchia Ss. Pietro e Paolo) hanno trascorso tre densi giorni presso il centro pastorale Giovanni Paolo II di Mugnano del Cardinale in provincia di Avellino.
“Un’esperienza breve ma intensa” racconta entusiasta Annarita, “che ha rafforzato la mia fede ed i legami con chi già conoscevo e con chi ho conosciuto lì, che mi ha donato la forza per fare del bene e per stare bene!”. Un’esperienza quella del camposcuola di AC che secondo Corinna, Cristian, Renato e Chiara “trasmette tanto anche se in poco tempo, ti fa crescere dal punto di vista spirituale e ti arricchisce di valori e significati nuovi: è un’avventura che ti cambia perché non torni uguale a prima e scopri ciò che conta davvero!”
Soli tre giorni si diceva, ma organizzati in maniera sapiente dagli educatori che hanno costruito un autentico percorso di crescita basato su situazioni di vita vissute o potenzialmente vivibili. Un cammino allacciato alle tappe compiute dal Popolo d’Israele nel passaggio dalla schiavitù alla libertà per entrare nella Terra promessa, intesa come luogo dove il giovane riesce a rendere concreti i propri sogni.
La visita del Presidente diocesano Cinzia Brandi e dell’incaricato regionale giovani Agostino Orefice insieme alla conoscenza di uomini e donne che nel passato hanno fatto la storia dell’associazione sono serviti da spunto ai ragazzi per il rafforzamento dell’identità associativa. Quella del Vescovo Di Cerbo insieme ai momenti di preghiera curati dall’assistente unitario Don Pasquale Rubino ed animati dai ragazzi stessi hanno rappresentato momenti di meditazione e riflessione personale fondamentali per la tenuta dell’intero percorso. Azione, preghiera e sacrificio insomma, come nei sogni lontani 150 anni di Mario Fani e Giovanni Acquaderni, fondatori della Società della Gioventù Cattolica Italiana poi diventata AC.
Una centrifuga di emozioni che al ritorno ha lasciato un po’ di tristezza, mista però alla consapevolezza generale che un passo importante per i giovani della diocesi è stato compiuto, nell’ambito di un cammino generale e collettivo del quale questo camposcuola rappresenta solo il principio. Un cammino da compiere insieme in AC, che come ci ricordano Rosa Maria ed Antonio “è uno stile di vita. Insegna a far parte di un gruppo che diventa, col tempo, una vera e propria famiglia, la nostra famiglia”.
A guardarli i ragazzi durante il viaggio di ritorno e ripensando ai momenti appena vissuti, vengono in mente le parole di Vittorio Bachelet: “che cosa è l’Azione Cattolica? Mi pare che sia soprattutto una realtà di cristiani che si conoscono, che si vogliono bene, che lavorano assieme nel nome del Signore, che sono amici.” Cristiani di oggi e di domani, giovani presenti nella Chiesa e per la Chiesa, pieni di sorrisi, di occhi lucidi, di sogni. Fidiamoci di loro, non ce ne pentiremo.
