Michele Di Matteo
«Più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo per prevenire le rotture», così Papa Francesco nell’Amoris Laetitia. Una risposta la propone Casa di Rosanna, che d’intesa e in collaborazione con Famiglie Separate Cristiane, Associazione Famiglie Costa del Vesuvio, Oari-Avulss e la comunità Piccolo Gregge, ha messo su il progetto Ianua Spei (la porta della speranza), percorso esperienziale e di riflessione per coppie in crisi. Un laboratorio, che ispirandosi ai principi cristiani, promuove un percorso di impegno concreto per sopravvivere al terremoto di quelle coppie che, avendo cuori feriti – lacerati da conflitti – chiedono accoglienza, ascolto e aiuto per leggere o forse rileggere la propria unione, alleggerirla del peso di croci nascoste, per poter rinnovare un rapporto spento e logorato da un disagio relazionale.
«Sì! La nostra mission è pari ad un ospedale da campo – ha detto in conferenza stampa Antonio Piccolo, promotore e coordinatore del progetto. L’ospedale è il luogo dove si muore, dove si sperimentano i limiti, fatto per guarire dalle malattie, per essere rilanciati nell’agone della vita». Accompagnare per discernere e reintegrare, questo è Ianua Spei. «Un ascolto specializzato e un curare le fragilità in fase di separazione, così si legge nella presentazione curata da S. E. Mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra. La forza è nelle testimonianze personali e soprattutto nella terapia di gruppo, perché nel gruppo è ognuno spalla per l’altro… insieme si superano più facilmente le difficoltà».
Un programma ambizioso portato avanti da laici e consacrati «per un riconciliarsi per ricominciare, riconoscere i propri errori e correggersi – superando i propri limiti dell’io e riscoprendo le dinamiche di coppia – nel tentativo di saper riconoscere la presenza e il valore dell’altro». Così all’unisono le tre psicologhe che compongono l’equipe, Alessandra Cipriani, Anna Amabiletti e Flavia Melchiorre. Saper riconoscere la presenza dell’altro, “il valore dell’ascoltare… del tacere prima di ferire”, così nella canzone “Questo so di me”, di Nek, usata – assieme ad altre quattro canzoni (di Arisa, Mannoia, Peppino di Capri, Andrea Sannino) – dall’equipe per stimolare la riflessione delle coppie partecipanti e anteporre l’altro a se stessi, rispettarlo nella sua alterità ed esclamare con un sorriso, vera condizione favorevole, ho ancora un’ “incredibile voglia di te” (ed è questo il titolo della canzone di Peppino di Capri usata per l’occorrenza), perché come direbbe Freud «trovare l’oggetto è semplicemente ritrovarlo».
Dodici incontri, divisi in due moduli, una verifica esperienziale con l’aiuto di tre coppie-testimoni che hanno superato il baratro, e “Abbracciame” (testo di Andrea Sannino), weekend di spiritualità per comprendere che il matrimonio non è una realtà perfetta e confezionata una sola volta e per sempre, è un mistero di unione e di unità in evoluzione che ha bisogno di congruenza ed empatia. È previsto un workshop inaugurale sabato 7 ottobre presso le Scuderie di Villa Favorita, alla presenza del sociologo prof. Luigi Caramiello, docente alla facoltà Federico II di Napoli e della dott.ssa Mariella Romano, dell’Ufficio Garante per l’Infanzia della Regione Campania e mediatrice familiare. È in allestimento altresì uno spazio neutro per i figli minori delle coppie in crisi. Gli incontri avranno una cadenza quindicinale. La segreteria organizzativa risponde al numero 3277891102.