Mons. Valentino Di Cerbo, nostro vescovo, dal 1 settembre è alla guida della parrocchia Cattedrale di Alife. Nel foglio parrocchiale Lungo la Via – distribuito mensilmente – le prime pagine da lui firmate, si aprono ad una riflessione che vuole guidare, far riflettere, sostenere la quotidianità.
“Sorella morte” è il tema che Mons. Di Cerbo ha scelto per questo mese di novembre.
Lo condividiamo tutti.
di + Valentino, vescovo
francesco d’Assisi la chiamava sorella morte. Un modo insolito e familiare per parlare dell’evento più sicuro, più triste e più misterioso della esistenza umana, che il mese di Novembre, con la Commemorazione di tutti i Fedeli defunti, ripropone a noi credenti,
spesso distratti e illusi.
Sorella morte per noi cristiani può essere la porta della Vita, come ci anticipa la Solennità di tutti i Santi, che precede il 2 novembre, quasi a volerci rassicurare che quel passaggio oscuro può avere un esito sorprendente, se, mettendoci nelle mani di Dio, rinunciamo al male e al peccato e viviamo nell’amore.
Per chi si illude che il morire tocca soltanto ad altri (e non a lui), la morte è sorella premurosa che invita a pensare che piccola cosa è la nostra vita, un segmento di emozioni, sofferenze e speranze, che brilla per un po’ e poi scompare come miliardi e miliardi di altri simili che per la maggior parte sembrano finiti nel nulla, e altresì ricorda che la stessa sorte toccherà a tutti.
Ma ci esorta anche a cercare i segmenti che brillano ancora perché la loro luce si è unita a quella degli altri e sono diventati fasci di calore e splendore che illumina e sostiene ancora noi che viviamo la bella avventura dell’esistere. Sorella morte ci esorta a scrutare queste esistenze che brillano ancora per carpirne il segreto e la sorte, e ci indica – come chiave di lettura – una esistenza speciale, tutta donata, quella di Gesù di Nazareth che ha amato, ha dato tutto sé stesso ai fratelli e, quindi, splende ancora e ci indica il sentiero
della vita oltre la morte. Anzi ci svela che quei segmenti che, seguendo la sua Parola, sono brillati per amore non si sono spenti, ma illuminano ancora la Casa che Dio prepara per noi e attendono anche la nostra luce per splendere di più.
Sorella morte ci ricorda che il cimitero non è deposito di segmenti spenti, ma luogo del riposo, dove i corpi di quanti hanno amato e abbiamo amato, attendono di ritornare luce e di ricongiungersi con la propria anima. È un luogo da rispettare perché custodisce quei
resti che hanno rivelato bellezza e amore, attraverso parole buone, abbracci rassicuranti, gesti di pace, carezze, saggezza, rispetto…, rendendo possibile la nostra esistenza. Ma è anche la casa delle spoglie mortali di quanti, illudendosi, non hanno compreso appieno
che la vita era stata loro donata per amare e solo per amare e che quindi hanno bisogno della nostra preghiera e del nostro supplemento di affetto per brillare ancora.
Questo due Novembre, vogliamo viverlo come occasione per mostrare rispetto per i corpi profanati nei mesi scorsi nel Cimitero della nostra Città, dedicando loro questo giorno e circondandoli di preghiera e di pensieri santi, senza trasformarci in giustizieri di nessuno. Li ricorderemo nelle nostre Messe del 2 novembre e chiederemo la loro preghiera perché i piccoli segmenti delle nostre vite continuino a brillare di pietà e di amore per i nostri simili vivi e defunti.
E domanderemo al Signore che sorella morte ci aiuti ancora a comprendere il grande dono della vita, perché anche la piccola cosa che è l’esistenza di ognuno di noi, seguendo le orme di Gesù di Nazareth, non si spenga, ma, dopo aver donato gioia, consolazione e vita, si avvii a far festa nella casa del Padre.