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“Libera la vita. Biografia di una morte apparente”, il libro di Mario Scirocco

Il testo è stato pubblicato a settembre 2017 mediante Youcanprint, sito di self publishing e curato da Stefania Limido. La grafica è stata curata da Terenzio Del Grosso

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Mario Scirocco, 59 anni originario di Formicola, attualmente vive in Veneto, costretto a una sedia a rotelle a causa della sindrome di Guillame Barrè. La decisione di pubblicare un libro autobiografico nasce non solo dalla volontà di raccontare la sua triste vicenda, ma anche di trasmettere ai lettori informazioni scientifiche sulla malattia.

IL LIBRO
“La domanda ricorrente che mi attanagliava, giorno dopo giorno, riguardava il mio futuro e a quale sorte fossi predestinato”. Una domanda che accompagna Mario sin da quando, poco più che ragazzo, lascia Formicola, paesino dell’Alto Casertano, per iniziare la sua “sfida”, lavorativa ma soprattutto esistenziale. Dalla Sardegna a Roma, e da qui in Veneto. Quel Nord, nell’immaginario collettivo inteso come “regno” del rigore e della disciplina, a partire dagli anni ’70, clou del fermento politico e culturale, agli occhi di Mario appare come “una grande occasione da cogliere, coltivare e mettere a frutto”. Il Veneto, una terra fortunosa per Mario. È qui infatti che inizia la sua “crescita” lavorativa e umana, grazie ad Arnaldo Compiano, mecenate e imprenditore, che apprezza da subito l’intraprendenza del giovane Mario, offrendogli la possibilità di lavorare alla “Compiano Vigilanza Privata”.

Passa il tempo e quel lavoro diventa un’arma a doppio taglio: incarichi e responsabilità gravose finiscono per inghiottire completamente la vita di Mario, fino all’ottobre del 2014, quando a dire “basta” è il corpo. La risposta al carico di stress e preoccupazioni accumulati negli anni si chiama Sindrome di Guillame Barrè, “un disturbo in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso, danneggiando la guaina che riveste i nervi e causando quindi difficoltà nella trasmissione dei segnali nervosi”. In parole povere, paralisi completa del corpo. All’improvviso la macchina smette di funzionare, come se fosse in atto una protesta generale delle membra, tutte tranne il cervello, però, che continua a produrre i suoi vorticosi giri di pensiero, lucido e consapevole di quanto stesse accadendo allo sventurato corpo.

In un istante l’esistenza di Mario si riduce a un letto d’ospedale; la convinzione di essere a un passo dalla morte, il dolore di familiari e amici, ma anche la speranza in un miracolo confluiscono in quel letto, dove Mario è tenuto in vita da macchinari. Ma i miracoli a volte accadono e così un giorno il movimento di una palpebra riaccende la speranza in una rinascita. C’è però una forza che non abbandona mai Mario, e questa si chiama Amore, delle persone che gli sono state vicine e ancora lo sono, ogni giorno; ma anche amore per il suo paesello, Formicola, dove l’uomo è tornato nel 2016, a due anni dal sofferto recupero. Un amore che trova forma in Libera la vita. Biografia di una morte apparente. Sì, perché quella di Mario è solo un apparente abbandono alla folle corsa verso il non senso cui la routine ci costringe. Mario scopre, solo soffrendo, la bellezza che può sprigionarsi dall’essere padroni della propria vita, e oggi questa rimane la sua filosofia.

 

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