Come nasce in te l’idea di scrivere un libro?
Fin da piccola, ho sempre amato scrivere. Ho sempre avuto un diario segreto o quantomeno un quaderno in cui riportavo alcuni pensieri sparsi. Scrivevo poesie, canzoni e via dicendo, ma in generale mi ha sempre affascinato l’idea di entrare in una libreria e poter vedere un mio prodotto, col mio nome, su uno scaffale. Ho 20 anni, quindi quando ho cominciato a scrivere ho intrapreso un percorso che immaginavo lungo e difficile, ma che alla fine mi ha dato e mi sta dando tante soddisfazioni.
Chi è il protagonista del tuo libro? Parlaci di lui
Il protagonista del mio libro è Zio Enrico, un mio parente che ho sempre chiamato zio, ma che è in realtà lo zio del mio nonno materno. Zio Enrico ha 96 anni e durante la Seconda Guerra Mondiale ha vissuto gli orrori della prigionia. La sua mente non ha cancellato nulla, anzi ricorda benissimo ogni particolare. Ogni volta che vado a casa sua, a Natale, Pasqua o durante alcune ricorrenze, lui ama raccontare quello che ha vissuto. Circa due anni fa, dopo essermi congedata da lui, ho cominciato a pensare in che modo potessi contribuire a far conoscere la sua storia coloro che non hanno avuto la possibilità di incontrarlo e conoscerlo. Cosi, ho cominciato a registrare la sua voce, a prendere nota dei suoi racconti, fino a quando un giorno ho iniziato a scrivere. La storia è narrata in prima persona, con un linguaggio molto semplice, perché ho cercato di trasmettere ai lettori ciò che lui è riuscito a comunicare a me: genuinità, semplicità e la convinzione che nonostante tutto che la vita sia bella!
A mio parere, uno dei momenti di maggiore profondità emotiva è quello in cui zio viene catturato come prigioniero, diventando mero spettatore della sua libertà, che vede sfumare pian piano. Tuttavia, con la sua positività riesce sempre a consegnare un messaggio di speranza.
Ho tanti obiettivi per il mio futuro: sono una ragazza molto ambiziosa e con tanta voglia di fare! Non mi piace fermarmi davanti alle difficoltà, sono stata cosi fin da bambina, ma credo questo sia un aspetto di me che si è rinvigorito ancora di più vivendo da sola all’estero. Per ora, aspetto la mia laurea a luglio e mi sto impegnando nella ricerca di un lavoro. Non mi piace fare troppi piani, ma sono positiva riguardo al mio domani. Credo che essere giovani significhi anche questo, cioè avere tanta voglia di fare e impegnarsi al massimo per realizzare i propri sogni. Io ci provo, non si sa mai!