Home Chiesa e Diocesi Diocesi. “Quarantore”, i programmi della settimana. Come e quando nacque l’adorazione eucaristica?

Diocesi. “Quarantore”, i programmi della settimana. Come e quando nacque l’adorazione eucaristica?

Uno degli appuntamenti più conosciuti e amati dell’Anno liturgico sta per prendere avvio in alcune e chiese parrocchiali, ma non tutti sanno da cosa si origini questa pratica ed il suo nome più popolare

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A partire da domani (giovedì 22 novembre) in alcune Parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo si terranno le giornate di adorazione eucaristica in ringraziamento per l’Anno liturgico che si conclude nella festa di Cristo Re (domenica 26 novembre).
Ancora oggi, specialmente i fedeli più anziani chiamano questo momento di particolare preghiera con un termine caratteristico: Quarantore. Ogni chiesa locale, tuttavia, a seconda di particolari esigenze, di ricorrenze religiose per la propria comunità, sceglie di celebrarle in diversi periodi dell’anno.

Basta cliccare sui nomi delle Parrocchie per leggere il PROGRAMMA delle Quarantore che si terranno da domani fino alla festa di Cristo Re.
Parrocchia Santa Maria Assunta-Cattedrale, Alife.

Parrocchia Ave Gratia Plena, Piedimonte Matese.

Parrocchia San Marcello e San Michele (Sepicciano), Piedimonte Matese.

Quarantore, Da cosa scaturisce questo nome e come è venuta a svilupparsi questa pratica?

Il significato biblico delle Quarantore. L’antica pratica di adorare l’Eucaristia per quaranta ore consecutive – da cui il popolare nome Quarantore – racchiude tutta una ricchezza di significati biblici, legati al numero 40.

Scorrendo l’Antico Testamento infatti, si riscontra che il Diluvio Universale durò quaranta giorni e quaranta notti, così come Mosè si trattenne sul Monte Sinai per ben quaranta giorni, prima di ricevere le tavole della Legge. Anche il profeta Elia attraversò il deserto in quaranta giorni: altrettanti furono i giorni di penitenza della città di Ninive e di viaggio degli ebrei nel deserto.

Nel Nuovo Testamento troviamo che, dopo il Battesimo, Gesù digiunò per quaranta giorni (e fu da qui che si calcolò pure il tempo annuale di Quaresima, durante l’Anno liturgico); infine, va ricordato che lo stesso corpo del Signore sarebbe rimasto nel Sepolcro per circa quaranta ore, mentre l’apparizione di Cristo ai discepoli avvenne quaranta giorni dopo la Resurrezione. Ne deduciamo allora che il numero 40, simboleggia un tempo di punizione come di preghiera, di prova e tribolazione ma anche di digiuno e di penitenza.

La “Macchina delle Quarantore” (dal sito web dell’Arciconfraternita di S.M.d.Orto – Roma)

Come nacquero le Quarantore? Una primissima testimonianza della pratica delle Quarantore risale al pontificato di Alessandro III: il pontefice, recatosi a Venezia nella Quaresima del 1177 per incontrare l’imperatore Federico Barbarossa, ricevette la visita dell’arcivescovo e dei fedeli della città, che chiesero al Papa di arricchire di indulgenze la loro preghiera di quaranta ore davanti al Santissimo, chiuso in un tabernacolo dal mattino del Giovedì al mezzogiorno del Sabato santo; Alessandro III non solo approvò tale pratica ma permise l’esposizione del Sacramento alla vista del popolo, cosa fino ad allora mai permessa; fu da questo primo input che nacque anche l’uso del così detto altare della reposizione.

Promosse a Milano a partire dal 1527, ad opera del sacerdote ravennate Antonio Bellotti presso la Chiesa del Santo Sepolcro, le Quarantore ricevettero una prima approvazione da Papa Paolo III circa dieci anni dopo. Contemporaneamente iniziarono a manifestarsi forme alternative di tale pratica, come la celebrazione in momenti differenti dell’anno: a Macerata ad esempio, nel 1556 si attestò l’adorazione eucaristica nei tre giorni precedenti al mercoledì delle Ceneri, in riparazione alle smoderatezze del carnevale. Contemporaneamente, a Roma, San Filippo Neri propagò le Quarantore celebrandole ogni prima domenica del mese, con la partecipazione di alcune confraternite capitoline. Clemente VIII nel 1592 istituì canonicamente il turno incessante, cioè una preghiera continua, recitata a rotazione davanti al Sacramento e nel corso di tutto l’anno, mentre nel 1623 fu Urbano VIII ad estendere le Quarantore a tutte le chiese del mondo.

Nel 1731, Clemente XII rese l’esposizione solenne dell’Ostia un momento definitivamente riservato all’adorazione eucaristica da parte dei fedeli. Altre approvazioni e direttive vennero emanate successivamente e furono tutte intese ad incoraggiare tale pratica, giudicata di grande efficacia e sollievo per la Chiesa e per l’umanità.

Infine, si deve alle Quarantore la nascita di alcune manifestazioni di fede e di arte, di cui gli ordini religiosi furono i maggiori promotori: mentre i Cappuccini davano forte risalto alle Quarantore durante la Settimana santa ed in Avvento, attraverso allestimenti sobri, fatti di croci e corone di spine, i Gesuiti invece ne solennizzavano la celebrazione nei ultimi tre giorni del Carnevale, mediante l’erezione di sfarzose macchine espositive, in stile barocco.

 

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