di Francesca Costantino
Di solito entro in libreria e respiro. Dopo una mattinata intensa di lavoro non penso neppure al pranzo.
Voglio leggere, respirare parole e storie. Guardo attenta le proposte, sfilo lo guardo tra decine e decine di volumi e colori. Poi… fermo-immagine. Lo afferro e leggo il titolo in copertina: “Siate ribelli, praticate la gentilezza”.
Bene, è lui! Non so bene se l’ho scelto o mi ha scelto. Quello che so è che il consiglio-imperativo del titolo corrisponde esattamente a ciò che vorrei poter urlare una volta uscita da qui. E questo mi basta. Inizio a leggerlo per strada, alla fermata dell’autobus, in autobus, scesa dall’autobus, mentre apro la porta di casa, in casa, mentre mangio e so che non è affatto salutare. Affondo la mia concentrazione e il mio tempo tra le righe.
È un testo intenso, più di quanto si possa immaginare. Una sorta di lettera a cuore aperto, scritta da Saverio, un “mammo”, (così è definito l’autore nel libro) per le sue due bambine, Caterina e Margherita. Capisco immediatamente le sue intenzioni: farsi portavoce di storie, di ricordi che possano indicare una strada, disegnare una linea tratteggiata della vita per i lettori (piccoli, come le sue “figliuole” e grandi, come lui) che a loro volta ne disegneranno una personale, dritta, sinuosa o tutta spezzettata.
Mi piace il modo in cui rivive i teneri momenti dedicati alla cura della famiglia e soprattutto delle bambine. Una cura che è Amore esplicito e gioioso, fatto di marachelle e giochi, paure e dubbi, scelte e valutazioni.
Il libro e tutto un rincorrersi di ricordi che non appaiono mai souvenir da esporre in vetrina. Sono, invece, pretesti reali, in tono semiserio, che sottolineano argomenti importanti ed impegnativi: la spiritualità, la bellezza, il coraggio, la paura, il razzismo, il fascismo, l’omosessualità, il web e il cyberbullismo, la cattiveria, la ribellione sana, la gentilezza, l’amicizia, l’odio, la morte. Tuttavia, credetemi, ognuna di queste tematiche è affrontata in maniera così naturale, genuina e commovente, tanto da desiderare di chiamare al telefono questo Saverio, per chiedergli di parlare un po’, del più e del meno.
Cosa molto curiosa è che, per tutta la “durata” del libro, non ho pensato alla dimensione pubblica dell’autore, a chi è e che fa, essendo un personaggio abbastanza conosciuto. È, infatti, uno dei giornalisti più seguiti della testata giornalistica online Fanpage.it.
Per me Saverio Tommasi, l’uomo, è in parte messo nero su bianco in questo meraviglioso libro. Vi consiglio, di cuore, d’incontrarlo presto.