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Alife / Rebibbia. Un incontro “forte” per i giovani di AC e del Catecumenato crismale

Sabato scorso i ragazzi si sono confrontati con una religiosa che ha vissuto una serie di esperienze a contatto con gli "scarti della società": dal Carcere di stato camerunense a quello di Rebibbia, dove presta servizio da 12 anni

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La legge della coscienza e la legge di Dio vengono prima della legge degli uomini“. Questa è, senza scomodare un monumento quale Don Lorenzo Milani, l’estrema sintesi di quanto affrontato dai giovani dell’AC della parrocchia di Alife e dai ragazzi del catecumenato crismale nel tardo pomeriggio di sabato 18 novembre 2017 nel salone della chiesa di Santa Caterina, in Alife, con una donna di Dio “evangelizzata dai poveri”, Suor Paola: la sua storia parte da lontano, dal carcere di stato Camerunense, dove ha seminato amore, compassione e rispetto. La sua missione, una volta finita l’esperienza in Africa, però non si è chiusa lí. Da 12 anni, infatti, vive quotidianamente la realtà del carcere di Rebibbia, sezione femminile, a Roma, a contatto con uomini e donne, bollati come “scarti della società”.

Quando la vocazione è autentica e la fede è forte, il senso di dovere nei confronti del prossimo è intrinseco. Il messaggio dell’incontro è stato proprio questo: si è sottolineata l’importanza dello stare vicino ai carcerati e dell’accompagnarli nel loro personale cammino di redenzione, riabilitazione e reinserimento nel contesto sociale.

L’immensa sensibilità di Suor Paola la ha portata a ribadire fermamente piú volte che lei stessa, come tutti i volontari che frequentano assiduamente le carceri, non parlano di “detenuti” , quanto di persone umane che si sono smarrite. La potenza dell’umanità e della fede si fa spazio anche dove il cemento armato e le sbarre di ferro incattiviscono. Una testimonianza intrisa di profonda misericordia, amore cristiano e rispetto umano, da custodire come un tesoro, affidata a giovani che saranno i pilastri della società futura, affinché possano anche loro tendere la mano e aprire i loro cuori a chi è reo di non amare il prossimo come se stesso.

Tante sono state le domande dei ragazzi a Suor Paola e tanta è stata la sua disponibilità lasciare aperto un canale di dialogo e tra lei e loro. All’incontro erano presenti i seminaristi Alessandro Occhibove e Michele Zullo, i catechisti e il vescovo, Mons. Valentino Di Cerbo. Tanta delicatezza non è passata di certo inosservata: i ragazzi e Suor Paola si sono congedati con la promessa di rivedersi, anche in quel di Rebibbia, per vivere tutti insieme una realtà in cui poter coltivare la legge della coscienza e quella di Dio.

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