Home Territorio Alife / Piedimonte Matese. Violenza di genere, tra discriminazione e cyberbullismo

Alife / Piedimonte Matese. Violenza di genere, tra discriminazione e cyberbullismo

Si è tenuto ieri l’interessante convegno organizzato dal Forum dei giovani, presso la Biblioteca comunale di Alife, in collaborazione con il centro antiviolenza Aurora

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Casi realmente accaduti, struttura del centro antiviolenza, cyberbullismo e violenza assistita. Questi i temi trattati durante il convegno intitolato Violenza di Genere, tenutosi ieri nella Biblioteca comunale di Alife, fortemente voluto dalla collaborazione tra Forum dei Giovani di Alife e Centro antiviolenza Aurora con sede a Piedimonte Matese.

Il convegno di ieri in Biblioteca

Sono tematiche di grande attualità che hanno scosso la vita di tante famiglie nel mondo, per colpa di un sms, un messaggio whatsapp o una foto su Instagram. Ma che cos’è il cyberbullismo? Entriamo in una forma di violenza psicologica che passa per i media, la quale induce spesso a deprimersi e a farsi domande basate sul proprio aspetto fisico, sulla propria persona, in maniera oppressiva. Dal punto di vista legale, il cyberbullismo è una violazione del Codice Civile e Codice Penale.

Tuttavia, la vera pericolosità di questo genere di reato è l’anonimato del cyberbullo: egli può agire in completa libertà e senza farsi riconoscere, scegliendo la vittima, che generalmente è caratterialmente molto debole o insicura. Un dato sicuramente significativo è che spesso i cyberbulli sono ex vittime di bullismo, che provano appagamento nel provocare agli altri lo stesso disagio o dolore. Diventa difficile stilare un programma di prevenzione a questo problema, ma durante il convegno di ieri, sono emerse alcune precauzioni che è bene considerare, ad esempio: evitare di scambiarsi password con chiunque, non condividere foto intime su alcun social, bloccare account che insistentemente disturbano la privacy, ecc.

Un fotogramma del video girato da Amanda Todd prima di morire

Uno degli avvenimenti più famosi in materia, è il suicidio di Amanda Todd, la quindicenne americana che si è tolta la vita nel 2012 a causa del giro che una sua foto ha fatto tra i compagni di scuola, proprio per colpa di un cyberbullo. Prima di morire, Amanda ha girato un video di se stessa che parla attraverso dei bigliettini, che è visibile su YouTube, poiché la famiglia ha chiesto di non rimuovere il filmato dalla piattaforma.

Al termine dell’incontro si è aperto un dibattito più approfondito sulla Violenza sulle donne, motivo principale della nascita del centro Aurora: anche se può sembrarci strano, il centro è giornalmente frequentato e vengono risolte nella più totale segretezza, decine di situazioni spiacevoli, in stadio ancora iniziale, restituendo alle utenze una forma di sicurezza e accoglienza interiore. Il nostro territorio ha bisogno di queste iniziative e meglio ancora, se esse sono fortemente volute da gruppi di giovani volenterosi.

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