Se il 2018 è l’anno del cibo italiano un grande contributo proviene sicuramente dal mondo agricolo. A dare conferma dei significativi risultati che si sono registrati nel settore agricolo, così come nell’allevamento, sono diversi progetti sostenuti in difesa del Made in Italy. Tuttavia, il dato più interessante si evince da Coldiretti/Symbola, lo studio relativo a Piccoli comuni e tipicità. “I piccoli comuni non sono un peso ma una straordinaria opportunità per l’Italia: un’economia più a misura d’uomo che punta su comunità e territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi”, così il presidente di Symbola, Ermete Realacci, il quale prosegue “qui si producono la maggior parte delle nostre Dop e Igp e dei nostri vini più pregiati, insieme a tanta parte di quel made in Italy apprezzato a livello internazionale”. Accanto alla spinta che viene da realtà attive dal basso che, oltre a dare maggiore impulso al sistema di produzione italiano dimostrano quanto fermento vi possa essere nei progetti di associazioni locali a favore di un territorio – come il caso della neonata Consulta del Matese per l’Alto Casertano – vi sono “spazi” che testimoniano la straordinaria ricchezza della realtà contadina italiana difendendone l’identità.
Street Food: i produttori sono i veri protagonisti della vendita diretta. Ad annunciarlo è lo stesso Roberto Moncalvo, presidente dell’associazione Coldiretti, durante l’Assemblea nazionale tenutasi a fine anno, in riferimento alla Manovra contenente nuove misure per l’agricoltura. Ai produttori si dà la possibilità di vendere direttamente i loro prodotti, derivati compresi, mentre per i giovani si parla di decontribuzione e bonus verde. Polenta fritta veneta, olive all’ascolana, panelle siciliane, peperoni cruschi lucani, arrosticini abruzzesi, frullati della salute e così via: i produttori locali possono spostarsi da una località all’altra del Paese per far conoscere le qualità del prodotto. Alla vendita corrisponde l’acquisto diretto, a chilometri zero, dagli agricoltori e dagli allevatori nel rispetto della tradizione enogastronomica italiana. Il Bonus Verde, invece, consiste nella detrazione ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali. Per i giovani agricoltori under 40 la manovra rappresenta un modo per spronarli a fare impresa in agricoltura in Italia.
Farmers Market: attrattiva per il turismo nei piccoli comuni, i Farmers Market sono il focus dell’analisi che Coldiretti ha incentrato sugli “effetti della nuova legge per il rilancio e la valorizzazione delle realtà locali sotto i 5.000 abitanti”. Il criterio dei Farmers Market è la vendita diretta dei prodotti tipici, al fine di valorizzare anche le località meno note dell’Italia. Dalle realtà piccole possono nascere anche forme di collaborazione associata nella vendita e nel consumo di prodotti “da filiera corta in un raggio di 70 chilometri dal punto di commercializzazione”, e anche “quei prodotti per i quali è dimostrato un limitato apporto delle emissioni inquinanti legate al trasporto dal luogo di produzione a quello di vendita”. Anche i grandi supermercati potranno adibire determinati spazi alle bontà enogastronomiche italiane che saranno, inoltre, gli ingredienti delle pietanze proposte nelle mense. Alle amministrazioni viene concesso di sottoscrivere convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli e un alleggerimento nella burocrazia per quanto riguarda gli incarichi. Un posto importante viene riservato anche ai pascoli montani, ricchezza da recuperare per “favorire la produzione di carni e formaggi”.