“Evitiamo che il provvedimento temporaneo di trasferimento a Ruviano della Caserma dei Carabinieri diventi definitivo”, così Stefano Giaquinto ribadisce la posizione assunta dall’intero gruppo consiliare, Uniti per Caiazzo, che a lui fa riferimento, dopo aver preso atto della notizia che ha deluso le aspettative degli abitanti di Caiazzo e dei comuni limitrofi. Dopo il nulla osta dell’Interno Dipartimento Pubblica Sicurezza, la Caserma dell’Arma verrà spostata a Ruviano e, per scongiurare ulteriormente la definitività di tale decisione, Giaquinto chiede la convocazione ufficiale di un “Consiglio comunale aperto, dove si possano valutare ed indicare le iniziative da intraprendere nell’immediato”.
Per Giaquinto la discussione in sede consiliare del problema sarebbe dovuta rientrare tra le priorità della maggioranza, allo scopo di rassicurare i cittadini su un servizio che è stato garanzia di sicurezza e tranquillità per i cittadini dal 1814, anno di fondazione della Caserma.
La decisione del trasferimento a Ruviano arriva come un fulmine a ciel sereno, innanzitutto per l’amministrazione caiatina guidata da Tommaso Sgueglia, il quale, in un precedente comunicato stampa, aveva annunciato il progetto di costruire una “nuova Caserma all’interno del complesso dell’ex mattatoio di via Roma, pronta per essere consegnata al massimo nei prossimi otto/dieci mesi, che questa Giunta Comunale ha istituito un apposito capitolo (n. 170) del bilancio per il pagamento del canone di locazione dell’attuale Caserma addirittura fino al 2019, se dovesse prolungarsi l’attesa fino a quando non sarà pronta la nuova Stazione”. Il primo cittadino aveva definito “illogico e profondamente innaturale” trasferire il Presidio nel vicino comune di Ruviano, in quanto va a depotenziare una città che rappresenta attrattiva per turisti di ogni provenienza, grazie al patrimonio artistico, enogastronomico e storico di cui vanta.
Sgueglia si era detto anche propenso a ricorrere al Tar per il mantenimento della Caserma in quel di Caiazzo, per annullare una “scelta che danneggia Caiazzo e i caiatini”.