di Francesca Costantino
“Un cuore pieno di Dio è un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che ha intorno a sé”, afferma con forza Papa Francesco. 
Non è la prima volta che dal Papa sento ripetere o leggo con insistenza questa esortazione ad essere sempre sereni e lieti, anche e soprattutto di fronte alle difficoltà, alle asprezze, alle gravanti sofferenze, ai gratuiti e negativi giudizi.
In effetti l’ho sperimentato ed è stato sconvolgente. Ad un periodo davvero difficile, ingrato e incomprensibile, ho reagito graffiando la mia vita con altrettanta sofferenza. Ne è scaturita una somma mostruosa di inquietudine che non mi permetteva di gioire, di niente.
Poi qualcosa è cambiato o forse ho permesso che cambiasse. Ho pregato. Ho pregato fortemente non di guarire ma di tornare a ridere, ad usare la mia innata ironia, perché mi mancava come può mancare l’amore, il balsamo curativo, di una persona amata.
Questo libro l’ho scoperto e letto dopo la “mia guarigione”, ma è servito ancora di più. Il motivo? Mi permette di ricordare, di resistere, di curare lentamente ogni momento buio e nocivo, come una di quelle medicine a rilascio graduale. Gli argomenti sono tanti e tante le domande a cui Francesco risponde con la dolcezza e la distensione che lo contraddistinguono.
Io solitamente, e quasi ogni giorno, lo apro a caso, pesco una pagina e leggo. Non so davvero come sia possibile ma ogni volta quella pagina risolve un dubbio, un’incertezza, una ferita.
E allora rido.
