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“Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”, commento al Vangelo di domenica 28 gennaio

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A cura di don Andrea De Vico
Anno B – 1V per Annum  (Mc 1, 21-28)

“In quel tempo, Gesù, entrato nella sinagoga, cominciò ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità. Ed ecco, nella loro sinagoga, vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare …”

Cos’è lo “spirito impuro?” Che significa che un uomo era “posseduto da uno spirito impuro? Oggi ci troviamo con Gesù in una sinagoga, luogo che gli ebrei dedicavano (e dedicano tutt’oggi) alla lettura e commento della Parola di Dio. Gli scribi, interpreti ufficiali dei testi sacri, deputati alla loro custodia, esercitavano su di essi una sorta di potere d’infallibilità. Gesù rompe questo schema e mostra un’autorità ben più importante di quella degli scribi, per cui lo “spirito impuro” esce allo scoperto e reagisce a male parole: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?”

Osserviamo quest’uomo: è uno scriba, è uno che frequenta la sinagoga, un sincero estimatore della Parola di Dio, un devoto abituale. Non è un “indemoniato” nel senso abituale del termine, o un “invasato” che ha “lo spirito in corpo”, come diciamo noi. Si tratta di uno “spirito impuro”, di uno che si oppone alla santità di Dio, e lo dice espressamente: “io so chi tu sei, il Santo di Dio!”

Per quale motivo questo spirito è detto “impuro?” Innanzitutto, dobbiamo scollare il concetto di “purezza” dalla sfera sessuale. I confessori e i padri spirituali ci hanno abituati alla falsa idea che la “purezza” risieda nel sesso, per cui gli angeli sono puri, i bambini sono puri, i religiosi celibi e astinenti sono puri, salvo poi stendere un velo pietoso su tutto quanto il resto. In realtà, come dice Gesù ai discepoli: “Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato” (Gv 15, 3). La “purezza” risiede dunque nell’orecchio, nell’ascolto obbediente della Parola, e nelle parole che di conseguenza fioriscono sulle labbra. Se c’è questo, tutto il resto viene da sé, e anche la sfera sessuale diventa, per cosi dire, più “gestibile”.

Nel caso di oggi, la specialità di questo “spirito impuro”, ostile alla predicazione del Regno, è “il senso del potere”, cosa inversamente proporzionale alla santità divina. Difatti gli scribi esercitavano un potere interpretativo sulla Parola di Dio, cosa in tutta evidenza messa in discussione dall’autorità di Gesù. Questo scriba, tra l’altro, è uno bene istruito, ha i titoli per aprire i libri sacri, è abilitato ad insegnare la teologia, ma di fronte a Gesù avverte il pericolo, ha paura di perdere punti, e per difendere i “diritti” di categoria, reagisce come un forsennato.

Ci troviamo in una sinagoga, luogo santo, deputato alla custodia, alla lettura e al commento della Parola di Dio, un po’ come facciamo noi tutte le domeniche all’inizio della Messa. Ci si aspetterebbe che luoghi come questo restino indenni dall’influenza degli “spiriti”. Stiamo in Chiesa, stiamo pregando, quindi non ci dovrebbe essere posto per il mondo degli spiriti, ma si vede che pure gli spiriti maligni vengono a Messa, e lo fanno con piacere. Infatti, nella vita di comunità, nel momento in cui ci si riunisce per pregare, decidere, pianificare o svolgere un’iniziativa, c’è sempre una strana opposizione che si nasconde dietro a un mormorio di parole, a uno strascico di commenti in cui si dicono delle cose per nasconderne altre, cercando di “fare presa” sugli altri in un modo subdolo, per portarli ad una particolare idea. Lo “spirito impuro” è questo: tutto ciò che si oppone all’ingresso del Regno, tutto ciò che fa ostacolo al Regno di Dio. Ci sono associazioni ecclesiali nate per aiutare la Chiesa nella sua missione, ma qualche volta c’è la sensazione che persino i parroci debbano guardarsi, tutelarsi, dallo zelo eccessivo che certe persone esprimono sotto le sgradite spoglie dello “spirito impuro”.

Certo, la maggior parte delle persone lavorano senza far rumore e in tutta discrezione, ma dobbiamo sempre fare attenzione a che non si manifesti lo “spirito impuro”, quello che per difendere ruoli o posizioni consolidate si presenta – prevedibilmente – con discorsi studiati, ha da ridire su tutto, ha sempre qualcosa da aggiungere, e vuole sempre avere l’ultima parola. Nessuna meraviglia dunque, se ogni tanto anche da noi qualche persona devota abituale, iscritta alle associazioni ecclesiali, formalmente ossequiosa e attaccata alla tradizioni della comunità, manifesti questa strana resistenza, essendo interiormente maldisposta. I cosiddetti “indemoniati” sono persone perfettamente normali, talmente normali da frequentare la sinagoga, il sindacato, il gruppo, la Chiesa.

La parola di Gesù ha il potere di mettere a nudo i pensieri. Egli dice cose che aprono ripostigli segreti dei cuori, dove si annidano gli spiriti maligni. Basta una sua parola – “pura” perché “obbediente” – e lo “spirito maligno” salta fuori: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?” Messo allo scoperto, lo “spirito impuro” reagisce con un’esplosione di rabbia e si dimette, lasciando la persona finalmente libera di convertirsi alla santità di Dio. Ma non c’è nulla che garantisca quest’ultimo passaggio: il potere della conversione è insito nella persona stessa, neppure Gesù è in grado di fare questo miracolo, solo lei può fare questo meraviglioso auto-miracolo!

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