Ciò che inizialmente aveva il sapore di una scialba diatriba politica, basata sulle colpe dei predecessori e senza alcuna risoluzione che sembrasse tangibile , è diventata una sana protesta comune. L’esito della campagna potrebbe portare finalmente al raggiungimento dell’obiettivo che i comuni di Ailano e Raviscanina insieme, con l’appoggio in primis del comitato, il quale senza sosta continua a manifestare la propria indignazione sul problema, si sono prefissati. Un impianto di compostaggio di materiali organici, progettato in un’area PIP del comune di Ailano, successivamente dichiarata “intoccabile” dalla Legge regionale (art. 12, comma 4), è oggetto di forti posizioni contrarie da parte di cittadini e degli amministratori. Un vero groviglio di leggi, normative e piani architettonici incombe su una polemica che non è più solo un gesto di protesta, ma una concreta possibilità di revoca del decreto. Si tratta del decreto dirigenziale n. 183 del 15/12/2017, relativo ai Provvedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale, secondo il quale l’impianto dovrebbe lavorare circa 50 tonnellate di materiale organico al giorno, operando in un’area che è circondata da abitazioni più vicine rispetto a ciò che è indicato sul decreto.
L’indignazione del Comitato NO all’impianto di compostaggio (Presidente, Francesco D’Orsi) e dei due sindaci di Ailano (Vincenzo Lanzone) e Raviscanina (Anastasio Napoletano), trova unione, considerando che i valori statistici della raccolta umido tra i due comuni, non superano le 120 tonnellate di umido annue. L’impianto dovrebbe dunque prevedere lo smaltimento di rifiuti organici provenienti anche da molte altre zone della Campania, e non riguardando solo i due comuni citati, situazione che non è affatto condivisa da gran parte dei cittadini. Il comitato fornisce aggiornamenti sul proprio gruppo Facebook, che ha anche valore di sottoscrizione al movimento contro la realizzazione dell’impianto, e chiede la revoca del decreto, dopo che sia sottoposto ad opportuni approfondimenti. Non si tratta di una lotta politica, né di una semplice protesta, bensì di un chiarimento fondato su basi concrete e su alcuni decreti legge successivi ai permessi concessi a suo tempo.