Michele Martuscelli – Fare come a Fondi, in provincia di Latina, recuperando e riutilizzando il patrimonio artistico legato alla famiglia Gaetani D’Aragona.
L’ennesima sollecitazione è arrivata nel corso di un dibattito pubblico (presente una significativa delegazione della città laziale) in merito allo stato di abbandono del Palazzo ducale di Piedimonte Matese dimora secolare della famiglia nobiliare dei Gaetani.
L’occasione è stata la presentazione di un volume o meglio del “Calendario 2018 del palazzo dimenticato” curato da Ranieri Gaetani, discendente del ramo familiare: un testo fondato sul parallelismo tra Fondi e Piedimonte (ri-proposto un gemellaggio tra i due centri) e dedicato “all’indifferenza delle istituzioni” in particolare Soprintendenza, Provincia e Comune sia pure con motivazioni diverse (al Comune chieste ordinanze per evitare il peggio).
A scuotere dall’indifferenza l’impegno del comitato “Recupero palazzo ducale” anche con la partecipazione alla campagna Fai (Palazzo ducale è stato il luogo più votato in Campania) come riconosciuto con vigore dall’autore e dai relatori. Per la prima volta – altra novità del convegno svoltosi in biblioteca comunale – la presenza di ex amministratori come l’ex sindaco Sarro e l’ex assessore alla cultura Costantino Leuci nonché il sindaco in carica Luigi di Lorenzo che ha annunciato l’imminente firma di una convenzione tra Comune e Amministrazione provinciale per creare le condizioni di una collaborazione tra i due enti (la Provincia è proprietaria dal 2003 di una parte del palazzo storico destinatario di un finanziamento per il risanamento conservativo (giunta Zinzi e poi Di Costanzo) caduto nel vuoto.
Lontanissime le asprezze politiche del passato più o meno recente dalle rispettive trincee di partito o amministrative. Gran parte degli interventi (a coordinare il dibattito il giornalista e componente del comitato, nonché presidente di Byblos, Gianfrancesco D’Andrea) hanno sottolineato la funzione di centro vitale di cultura e di eventi storici assunto dalla dimora storica della Famiglia dei Gaetani D’Aragona (una per tutti la presenza di Aurora Severino) tanto da far dire all’ex assessore Leuci di aver rappresentato il monumento identitario della città e della “frattura” venutasi a creare: “il declino del palazzo è coinciso con quello della città circostante” ha dichiarato l’ex assessore Leuci, docente al Liceo Statale Galileo Galilei coautore di una importante pubblicazione sull’ex cotonificio Egg.
Da qui, con con un cauto pessimismo, l’esigenza di riallacciare i due destini.
Ricco di riferimenti storici, letterari l’intervento di Giuseppe Castrillo. L’ex sindaco e deputato e presidente provinciale di Forza Italia Carlo Sarro ha sottolineato con forza l’esigenza di proseguire nei tentativi di recuperare il complesso storico ma focalizzando l’attenzione sulla destinazione funzionale del palazzo, parte integrante del processo di recupero-riuso. Ha sottolineato le analogie tra l’attuale fase di vivacità associativa con quella che vide in prima fila “Memorie storiche” di cui fu tra i fondatori (ne fece parte anche Leuci) sollecitando ad iscriversi al comitato nato per il recupero di palazzo ducale ora in condizioni di crescente degrado arrestabile.
Dipende dalla catena amministrazione-istituzionale: lì ha funzionato.
Questo il monito. Se servirà vedremo.