Home Chiesa e Diocesi Quaresima. Essenziale, Prova, Trasformazione, un messaggio da condividere

Quaresima. Essenziale, Prova, Trasformazione, un messaggio da condividere

Il senso della Quaresima sintetizzato in tre parole chiave: è questo il messaggio trasmesso da don Emilio Meola, parroco di Sepicciano

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Tre parole chiave che incarnano lo spirito di questo tempo di Quaresima, che prende avvio da oggi con la celebrazione delle Ceneri: Essenziale, Prova, Trasformazione. Tre parole che vengono richiamate dal messaggio trasmesso da don Emilio Meola, parroco di Sepicciano, San Marcello P. e M. e San Michele.
Vogliamo fare nostro questo messaggio, affinché la Quaresima sia un periodo di prova per tutti, che aiuti ad eliminare il gusto del superfluo e convertire la nostra mente, ma soprattutto il nostro cuore, al senso dell’agire cristiano.
Di seguito, riportiamo il testo integrale, che sia un augurio per tutti, per una Quaresima alla ricerca del vero volto di Cristo.

La Quaresima tempo dell’Essenziale

Il tempo quaresimale è il tempo nel quale siamo chiamati a fare esperienza dell’Essenziale. Infatti siamo condotti con Gesù nel deserto, dove ci è dato portare solo le cose necessarie. Quali saranno quelle che sceglieremo di portare? È sicuramente una pesante prova: ci è difficile separarci da tutto ciò che è superfluo e che appesantisce il nostro cammino. Ma è pur necessaria una cernita oculata e precisa.

La Quaresima tempo della Prova

Quanto più ci impegniamo a seguire il Signore, tanto più forte sarà l’attrattiva per quelle cose che invece ce ne allontanano, ci scoraggiano e ci inducono ad interrompere il cammino. La tentazione diventa più forte e più attraente soprattutto quando ci poniamo l’obiettivo di non peccare. Nel deserto siamo costretti a confrontarci con le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre fragilità e a trasformarle in cose buone e belle, non solo per noi, ma anche per gli amici che il Signore ci fa incontrare nel nostro “andare” quotidiano.

La Quaresima tempo della Trasformazione

Il peccato ci rende brutti e incapaci di relazioni trasparenti e cordiali non solo con Dio, ma anche con i nostri fratelli. Il peccato ci abbruttisce e ci paralizza rendendoci ciechi e beceri, mendicanti di amore e di amicizia. E allora questo tempo ci rende l’opportunità di cambiare registro, di convertire la nostra vita, il nostro cuore e soprattutto la nostra mente. Conversione: lasciare che Cristo viva nella mia vita e ispiri pensieri e azioni.
La Chiesa ci fa iniziare questo cammino con il segno delle Ceneri. Questa celebrazione ha origine antiche; il rito infatti anticamente dava inizio al cammino penitenziale che i penitenti avrebbero percorso in vista dell’assoluzione dai loro peccati, che sarebbe avvenuta il giovedì santo.
In questo giorno la Chiesa chiede ai suoi figli il digiuno e l’astinenza dalle carni. Il digiuno varia, da persona a persona, in base alle capacità e possibilità di ognuno.
Le Ceneri ci ricordano la penitenza e quindi la conversione – “convertiti e credi al Vangelo” – e la caducità della vita – “ricordati che cenere sei e ceneri ritornerai”. Le Ceneri, benedette nella celebrazione della messa del mercoledì, sono ricavate dalla combustione delle palme benedette nella domenica delle Palme dell’anno precedente.

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