Il Progetto WIDE avviato nel mese di settembre 2016 e finanziato dal programma Erasmus + è stato accolto presso l’Istituto Comprensivo Statale di Gioia Sannitica. Questo nuovo prospetto d’istruzione e sostegno sta sbarcando nei vari paesi europei, assumendo, man mano, un valore necessario e aggiunto al contesto scolastico. La dimostrazione di questa divulgazione in così poco tempo, è stata avvalorata con la pubblicazione dell’articolo circa la violenza assistita, sul quotidiano portoghese Galense, il 4 novembre 2017. Lo scopo del Progetto è, dunque, quello di formare gli Operatori Scolastici, per fronteggiare gli effetti della violenza intra-familiare assistita dai minori, supportare le vittime, e coordinare gli interventi scolastici con la rete di soggetti istituzionali che operano sul territorio per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Gli insegnati sono figure culturalmente e professionalmente sensibili al problema e spesso con legami affettivi importanti con gli allievi. Sono stati identificati elementi strategici che possono servire per proteggere il bambino rispetto all’abuso. In Italia si registrano circa 690.000 casi, oltre il 60% dei quali sono casi di violenza assistita diretta.
Le conseguenze possono riguardare diversi aspetti della crescita psico-fisica ed emozionale del bambino e compromettere l’adulto che sarà in futuro. Un bambino vittima di violenza presenta delle difficoltà nell’adattamento e nell’apprendimento di competenze sociali, comportamentali e cognitive come ad esempio, il problem solving, che consiste in quella capacità di saper sviluppare nuove strategie di risoluzione verso delle problematiche. Si cerca di condurre il bambino vittima di violenza a concentrarsi su di sé attraverso il sostegno consapevole e mirato degli Operatori Scolastici. Ci sono storie che non possono essere cancellate, purtroppo, ma possono essere rivoluzionate e diventare un punto di forza per sé e per gli altri. L’obiettivo dell’insegnante può essere riassunto in un unico termine, ovvero, promuovere resilienza. Il soggetto proponente che coordina l’iniziativa è l’Associazione Spazio Donna Onlus, che da oltre vent’anni nel territorio di Caserta, agisce per il contrasto della violenza domestica. Partner del progetto sono diverse realtà pubbliche europee: l’Università Autonoma di Barcellona – UAB , Barcellona, Spagna, il Liceo “George Calinescu” di Costanza in Romania, il raggruppamento delle scuole “Dr Costa Matos” di Vila Nova de Gaia di Porto in Portogallo, l’Istituto Comprensoriale Scolastico L. Van Bethoven di Casaluce, Italia L’Istituto Industriale di Sabadell, Barcellona, Spagna.
Il corso prevede uno svolgimento di 16 ore distribuite nei primi tre moduli in quattro ore per incontro, e per gli ultimi due, si prevendono due ore per ciascun incontro. Nella fase iniziale del primo modulo si effettua la somministrazione di un test di ingresso che viene seguito da una fase centrale, in cui si snocciola il tema della violenza domestica, partendo dai suoi aspetti generali per giungere a rilevare le caratteristiche del fenomeno. L’incontro si conclude con un confronto finale, accompagnato da un’esercitazione pratica.
Nel secondo modulo vengono analizzate le conseguenze della violenza assistita e l’applicazione del modello pro-sociale.
Nel terzo modulo, dunque, vengono esaminati i segnali di riconoscimento nel contesto scolastico: competenze pro-sociali della comunicazione nella relazione docente-discente. Questo incontro si conclude con la discussione di casi studio.
Nel quarto modulo dai docenti del corso viene effettuata una “supervisione”.
L’ultimo modulo è caratterizzato dalla fase di Follow up.
Il calendario degli incontri formativi previsti:
Febbraio 15 giovedì ore 14.30- 18.30;
Febbraio 26 lunedì ore 14.30- 18.30;
Marzo 1 giovedì ore 14.30- 18.30;
Marzo 15 giovedì ore 14.30- 16.30;
Marzo 21 mercoledì ore 14.30- 16.30;
Questi incontri formativi saranno tenuti dalle esperte del Centro Antiviolenza Aurora dell’Associazione Spazio Donna Onlus: Dott.ssa Daniela Fevola, Politologa esperta di violenza di genere; Dott.ssa Fabiola Filippelli, Psicologa; e Annabella Iannotti, operatrice di accoglienza di Casa Rifugio.