“Oggi la comunità di Formicola si riappropria di un pezzo significativo della sua storia e della sua tradizione”. È così che don Alfonso Caso, parroco di Formicola, prima di iniziare la messa domenicale del 25 febbraio scorso, annuncia ai fedeli presenti nella chiesa dello Spirito Santo il “ritorno” dell’ostensorio trafugato nell’ottobre del 2009.
Sono stati il capitano Giampaolo Brasili, il maresciallo Luigi Basile e il brigadiere Enrico Caiazzo del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli a riconsegnare l’ostensorio nelle mani del parroco, don Alfonso. Presenti alla cerimonia di riconsegna anche il sindaco di Formicola, dott. Michele Scirocco, vicesindaco, Pasquale Acurzio, e di diversi rappresentanti dell’amministrazione formicolana, e i Carabinieri della locale Stazione.
Il furto dell’oggeto sacro, in argento sbalzato con putti dorati, parte superiore a raggiera e risalente al 1892, era avvenuto tra l’11 e il 13 ottobre del 2009, presso la chiesa parrocchiale di Santa Cristina, e denunciato dall’allora parroco don Ciro Papa.
Il ritorno dell’ostensorio, come di qualsiasi bene, rappresenta sempre un momento intenso, storicamente ed emotivamente parlando, poiché, oltre a recuperare una fetta di vita passata, che di volta in volta si attualizza nei racconti tramandati di padre in figlio, “è espressione dell’immensità di Dio, e poterlo rivedere nella sua solennità vuol dire mettersi in contatto con chi l’ha realizzato, l’artista, che ha un rapporto privilegiato con Dio”, come sottolineato da don Alfonso durante l’omelia. Per i Formicolani, soprattutto per le persone più anziane, il ritorno dell’ostensorio nella sua sede originaria è un evento ancora più significativo, essendo esso un dono fatto, a suo tempo, dai compaesani emigranti in America alla parrocchia di San Prisco.
