A cura di don Andrea De Vico
Anno B – IV Quaresima (Gv 3, 14 – 21)
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.
Che idea abbiamo di Dio? Al catechismo ci hanno dato una definizione inattaccabile: “Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra”. Se non che, col passare del tempo, le persone si accorgono che questo “Essere perfettissimo” è pieno di difetti, non interviene a riparare i guasti e le ingiustizie del mondo, lascia persino miseramente morire i suoi figli. Meglio essere atei che credere in un Dio indifferente e crudele. Altre persone fanno dei giri più complicati: siccome Dio è l’“Essere perfettissimo”, è logico vede ogni cosa sotto il cielo, mi vede, quindi devo stare attento a quello che faccio. Persone che elaborano l’idea di un Dio spione che guarda tutte le loro azioni per coglierle in flagrante. Pensano che Dio faccia loro la posta col fucile puntato. C’è un bel film, dal titolo “L’avvocato del diavolo”. Il Demonio si presenta a un avvocato e gli espone il suo pensiero: “Dio ama guardare. È un guardone. Dà all’uomo l’istinto, fa loro questo dono straordinario, e poi che fa? Per un suo piacere, per una sua distrazione cosmica, stabilisce delle regole che si auto contraddicono”. “Guardare, ma non toccare!” “Toccare, ma non gustare!” “Gustare, ma non deglutire!” “E mentre voi ballate e vi divertite, lui che fa? Si scompiscia dalle risate! Dio è un sadico, un costipato, un padrone assenteista. E uno dovrebbe adorarlo? No: meglio essere signore all’inferno, che servo in paradiso!”
Poi si scopre che queste persone ossessionate dall’idea di un Dio spione sono proprio quelle che a loro volta amano guardare, spiare, trasgredire e far soffrire gli altri. Facciamoci caso: le persone che amano la cronaca rosa, i pettegolezzi, i commenti maliziosi, guardano quello che fanno gli altri per esprimere commenti e andarlo a dire in giro, sono proprio quelle che credono in un Dio spione, un Dio guardone, un Dio sbagliato e costipato, attribuendoli la responsabilità delle loro sfortune, incidenti, malattie, guerre e il pianto dei bambini affamati. Non si accorgono che stanno parlando di sé stessi e dei loro idoli. Siamo noi che, con le nostre scelte discutibili, addensiamo sulle nostre teste quei fumi di cattiveria che poi ci precipitano addosso. Siamo noi gli autori di quell’ira che ricade su di noi. L’ateismo stesso consiste in un tremendo equivoco: attribuire a Dio le qualità dell’idolo! L’ateo, quando parla di Dio, parla di sé stesso, dell’idea che si è fatto di Lui!
Nelle Cronache dell’Antico Testamento di oggi, i sacerdoti e il popolo hanno moltiplicato le loro infedeltà, hanno introdotto culti alieni nel Tempio del Signore. I profeti che hanno sollecitato la riforma dei costumi sono stati disprezzati e uccisi. Poi sono giunti gli eserciti Babilonesi e hanno distrutto la città, le case eleganti, i palazzi e il Tempio, asportandone i preziosi, deportando la parte migliore e produttiva della popolazione. Questa desolazione si è protratta per settant’anni, fino alla venuta di Ciro, re di Persia, che allargando con successo il suo impero fino a Babilonia, concede il rimpatrio agli esiliati delle diverse nazioni. Ciro, dall’alto del suo potere sconfinato, non sa nulla di questo insignificante gruppo di sopravvissuti ebrei, eppure questi lo celebrano come uno strumento nelle mani di Dio: “Nell’anno primo, il Signore suscitò lo spirito di Ciro…”.
Questo capitolo di storia si risolve con la ricostruzione del Tempio ad opera di un re pagano! Ecco Dio chi è, e cosa fa: va incontro al suo popolo, lo segue nella sventura, viene a liberarlo, rompe i ceppi della sua schiavitù, cammina alla sua testa, lo dirige verso terre promesse, terre di libertà, terre di latte e miele! Altro che “Essere perfettissimo!”
Alla vigilia dei grandi rivolgimenti, la storia si presenta sempre come un quadro di infedeltà generalizzata: alienazione, decadenza, degrado, corruzione, tangenti, compromessi. Un quadro che coinvolge tutto e tutti: il tempio, il sacerdozio, il palazzo del potere, gli uffici della politica, le case dei ricchi, la società civile. Non c’è niente che si salvi, è tutto uno schifo: il santuario, l’etica, la giustizia, la politica, la vita comune, il sesso, la famiglia, il matrimonio, perché? Per il concetto sbagliato che ci siamo fatti di Dio! Per aver avuto la faccia tosta di sostituirlo coi nostri idoli!
Chi è Dio, cosa fare per sentire la sua presenza? San Giovanni ci viene in aiuto: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio!” “Dio è amore!” “Dio ci ha amato per primo!” È ora di finirla con questi decreti divini che fanno piovere disgrazie, lutti e castighi. Ogni volta che succede una sciagura, diciamo che “Dio ha voluto così”, “facciamo la volontà di Dio”. Ma che, Dio vuole il nostro dolore? In realtà Lui vuole una cosa sola: salvare il mondo, al punto da mandare il Figlio, per amore! Volgendo lo sguardo a lui, noi ci salviamo. Non certo per via di quei crocifissi appesi inutilmente ai colli o alle pareti, più profanati che onorati, nelle aule scolastiche, nei tribunali e nei parlamenti, dove lo si continua a crocifiggere per tutte le idiozie che si dicono e le ingiustizie che si fanno! Tiriamoli giù, quei crocifissi inutili! Guardiamo al Crocifisso! È ora di finirla con questi devoti che si spiano l’uno con l’altro, spiano il prete, spiano il vescovo, guardoni da tre soldi che non siete altro! Ci vogliamo applicare a “fare la verità”, dicendo in piena luce quello che abbiamo da dire?