Home Chiesa e Diocesi Diocesi. Formazione per operatori Caritas, un percorso di “crescita umana”

Diocesi. Formazione per operatori Caritas, un percorso di “crescita umana”

I futuri operatori hanno visitato di persona anche la mensa Panis Caritatis, dove hanno potuto conoscerne il funzionamento

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Continua il corso di formazione organizzato dalla Caritas della Diocesi di Alife-Caiazzo, dopo l’appuntamento alla mensa Panis Caritatis. Gli operatori delle varie parrocchie sono stati ospiti della Mensa, a Piedimonte Matese, dove oltre a vivere un momento di convivialità e soprattutto di crescita umana sono stati informati riguardo al funzionamento della Struttura.
La Mensa, prima di diventare una realtà concreta, è stata frutto di un lungo percorso di progettazione, di lettura del territorio, di apertura verso le reali esigenze. Un luogo per le famiglie bisognose in cui il cibo che si riceve è molto più del quotidiano pasto, è il nutrimento di una speranza, quella che dovrebbe alleggerire il peso della solitudine. Nessuno deve sentirsi abbandonato! Si tratta di una vera e propria necessità, che si concretizza soprattutto nelle relazioni di affetto, in quei legami che molti cercano disperatamente. Si anela a quelle relazioni che, come sottolinea sempre il direttore della Caritas diocesana, don Arnaldo Ricciuto, vanno ben oltre gli utenti della mensa e toccano da vicino il territorio. È il segno che ci indica che carità e provvidenza stanno accompagnando il nostro progetto, tanto sognato e voluto anche dal vescovo Mons. Valentino Di Cerbo.

Gli incontri formativi per gli operatori hanno un significato importante, un voler raggiungere non soltanto una preparazione professionale, ma soprattutto una “formazione del cuore”, riprendendo le parole di Benedetto XVI. L’obiettivo è quello di saper ascoltare, osservare e discernere proprio mentre viviamo in un’epoca particolare, quella del “combattimento”. Un tempo agguerrito, dove il più delle volte prevale la logica individualistica, che scarta il debole, l’emarginato, il disagiato. Non possiamo più essere sordi a chi grida aiuto in silenzio! Solo mediante l’ascolto riusciremo a “calarci in quel dolore”.
Dovremmo imparare ad aprirci agli altri, visto che la carità è prima di tutto amore. Riferimenti non solo alle Sacre Scritture e al concetto stesso di Carità, sui quali ha relazionato don Pasquale Rubino, ma anche di Cristologia e dimensione sacramentaria della Chiesa, come precisato da don Antonio Di Lorenzo nel suo intervento. “Poiché l’amore di cui si parla si può costruire solo se si educa la nostra coscienza, allora sforziamoci ad educare una coscienza vera, retta e certa. Una coscienza che giudica secondo verità e si congiunge ad una libertà orientata al vero”. Un progetto educativo, come sottolinea don Vittorio Marra, anche lui relatore, “che si raggiunge solo se si colloca all’interno dell’ambiente socioculturale nel quale sono immersi sia gli educatori che i destinatari dell’educazione”.

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