Siamo di fronte ad uno specchio.
Questi siamo noi.
Talvolta colpevoli di simili gesti o di omertà.
Altre volte colpevoli di sola indifferenza.
Lo spettacolo che si presenta sotto gli occhi di tutti (perché non siamo in un angolo nascosto del pianeta) è nel comune di Alife, in zona Alicava Fusare, a pochi metri dalla strada nazionale e dal Ponte Margherita. Indisturbata zona di campagna, con facili vie di fuga, dove depositare di tutto: elettrodomestici, mobili, materrassi, materiali di risulta provenienti da cantieri edili, comuni scarti domestici, e per non farci mancare nulla, anche una carcassa di animale (nella foto in alto) proveniente da una stalla (perché un piccolo bufalo, dalle nostre parti, non cresce allo stato brado).
Foto che parlano da sé rivelando il degrado morale e sociale che tingono il nostro bel Matese e macchia a chiazze più o meno estese, numerose zone di queste campagne, fin sui monti: non è difficile infatti imbattersi in oasi seminascoste, prese di mira da fuorviati incoscienti, ignari della possibilità semplici ed economiche di essere cittadini onesti e civili, o delle possibilità di essere semplicemente persone normali.
A destare maggiore perplessità, e perché no, disagio di fronte alle immagini scattate questo pomeriggio alle 17.30, è la notizia che il divano ben collocato sul ciglio della strada, sia stato dato alle fiamme a distanza di qualche ora.
Ripulire un fosso per pulirsi la coscienza? Non esattamente.
Forse ripulirlo per non lasciare tracce e sospetti, e magari tornare in questa ideale discarica con qualcosa di nuovo (cioè di vecchio) di cui liberarsi.
La coincidenza degli orari vuole che tra meno di 12 ore ad Alife avrà inizio una raccolta speciale di ingombranti (a costo “zero”) che i cittadini pare abbiano ben apprezzato nelle edizioni passate. E un’altra coincidenza vuole che sempre nella giornata di domani, a Piedimonte Matese (altro comune non esente da simili usanze), presso il comprensorio dei Salesiani sarà aperto lo Sportello Ambientale (a cura del Collettivo Primo Maggio 1934) per raccogliere segnalazioni e denunce su questo genere di scempi.
C’è chi si muove e chi frena.
C’è una sensibilità sommersa che lo ama questo territorio, ma al contempo sfrenate forme di depravazione che lo soffocano, lo deturpano perché in esso non vi riconoscono un alleato, o più semplicemente uno spicchio di mondo da custodire.
Come già scritto in un precedente post su facebook, simili faglie nel nostro tessuto sociale non spettano alla responsabilità del politico di turno, degli operatori ecologici o all’esistenza di sistemi di videosorveglianza (quelli basterebbero poco nei nostri vasti territori). La frattura è nelle nostre case, nella nostra mente: da quella rottura generata da istinto e barbarie si sono dispersi i tasselli di un unico mosaico che ci chiama al rispetto: ragionevolezza, amore, buon senso, educazione, civiltà, intelligenza, cultura.
Le parole di Papa Francesco nella Laudato sì, stasera suonano più forti di prima, quasi graffiano e portano allo scoperto la nostra peggiore debolezza: la perdita del senso di famiglia, di comunità…
“228. La cura per la natura è parte di uno stile di vita che implica capacità di vivere insieme e di comunione. (…) 229. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente”. (Francesco, Laudato sì, 2015).