(Video Rai)
Questa è una storia di primavera; una storia che parla di rinascita, di fioritura, di germogli rigogliosi baciati dal sole, bagnati di rugiada, dal sapore vivo e vivace.
Torniamo a parlarne oggi, salutando una stagione che di per sé richiama ogni tipo di rinascita e che non smette di sorprendere.
Manuel Lombardi è tornato di recente in tv, non per una televendita sul conciato romano (il formaggio che la sua azienda ha riproposto riprendendo una usanza degli antichi romani), ma per proporre una storia di vita, quella del fratello, della famiglia di origine, e di tanti agricoltori e allevatori che hanno trasformato le loro passioni, le idee, lo spirito di sacrificio in vera azione di promozione non solo per di stessi ma per un intero territorio: l’Alto Casertano, i suoi abitanti.
Alle telecamere de La vita in diretta “è andata in onda una storia di famiglia”, così come ama raccontarci a distanza di qualche giorno Manuel. “La storia di mio fratelli Fabio che voleva recuperare dignità al lavoro contadino e nuova dignità alla nostra storia familiare fatta di sacrifici, dedizione, onestà”. Nasce da qui il conciato romano, il cui successo di oggi sulle tavole di tutta Italia, Fabio purtroppo non l’ha conosciuto a causa della sua prematura scomparsa. Rivive invece di lui l’entusiasmo del papà e della mamma, quello di Manuel e della moglie Eulalia che oggi fanno dell’agriturismo Le Campestre un’oasi di incontro, confronto, di pace, di sapori e di giuste combinazioni di cibi, di innovazione e moderintà rispetto alle attese della clientela, senza mai tradire le radici, le origini…
La sua riflessione, in tv come in altre occasioni, abbraccia le numerose storie di amici che hanno deciso di tornare a scommettere sull’agricoltura, “di fare squadra, portando ciascuno il meglio di sé e del suo campo di terra, di onorare il lavoro non rinunciando ai sacrifici”.
Torna spesso la parola “sacrificio” nel linguaggio immediato e comunicativo di Manuel, quasi un obbligo morale nei confronti della vita che non tarda a premiare, ma che si aspetta dai figli prove di coraggio e soprattutto fedeltà agli impegni assunti.
La vera primavera in tutta questa storia si identifica con un luogo: la Campania, la terra fertile nei racconti degli antichi, la terra infangata ed inquinata negli ultimi decenni, la terra del riscatto per tanti piccoli produttori nei tempi più recenti. “La terra, una ragione di vita; il passo oltre la realtà nota, la dimensione per ritrovare l’uomo, per recuperare il valore e la lentezza del tempo, l’attesa, la preghiera, l’ascolto delle stagioni e dell’anima”. Per la famiglia Lombardi, dietro il Conciato romano c’è tutto questo che non è solo dimensione interiore, ma stabilmente lavoro, contatti, esempio…
Come una reazione a catena, il racconto di queste storie – che nel nostro caso portano il nome di Fabio prima, e di Manuel dopo – si rincorrono in tutto il Belpaese: tanti i giovani che hanno ripreso in mano, e talvolta preso per i capelli, le aziende dei padri, o scelto di partire da “zero” in una stalla o tra i campi o tra le greggi e fieramente mettono in mostra ciò che sono diventati e il frutto del loro sacrificio. L’Italia è tutta una primavera di belle storie come questa, che da un po’ di tempo a questa parte “ci fanno andar fieri dell’espressione io vengo dalla campagna!”