“Fabrizio è il fratello maggiore che tutti vorrebbero avere”. Così, il suo caro collega Carlo Conti, lo descriveva: un uomo famoso per i sorrisi e gli abbracci che sapeva dare, che trasmetteva sicurezza al pubblico e rendeva coinvolgente ogni trasmissione. Fabrizio Frizzi si è spento all’età di 60 anni, presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma, in seguito ad un’emorragia al cervello e ad annunciarlo è stata proprio sua moglie, Carlotta, questa mattina. Aveva fatto il suo rientro in TV a dicembre, nel programma che ormai conduceva stabilmente, L’eredità, poiché la sua malattia lo aveva tenuto fermo ai box per qualche tempo, senza mai scomparire del tutto. Fabrizio, intervistato più volte anche per conoscere quali fossero le sue attuali condizioni di salute, ha sempre affermato di continuare la sua lotta contro un male difficile da sconfiggere, che lo aveva portato ad essere più pacato ultimamente, pur mantenendo la sua vena combattente e fiduciosa. Il suo curriculum da personaggio della televisione è davvero ricco di punti focali, senza aver nulla da invidiare ad altri colleghi, e lui, con la solita gentilezza, continuava a conquistare i cuori di chi lo seguiva a Rai 1 abitualmente.
Potremmo definire Frizzi, paradossalmente, considerata la sua garbatezza e linearità, mai sopra le righe, un outsider tra i conduttori odierni, sempre più spinti verso programmi dalla vena comica e surreale, l’esatto opposto della filosofia del lavoro di Frizzi. Sono arrivati puntuali, con la precisione che lui avrebbe utilizzato in questi casi, i messaggi di cordoglio, tristezza, affetto e vicinanza alla famiglia da parte dei suoi colleghi Rai, amici e fan, che non si sono risparmiati nella pubblicazione, tramite social, dei loro pensieri. Pippo Baudo, Carlo Conti, Antonella Clerici, Paolo Ruffini, Luciana Littizzetto e molti altri hanno contribuito con un pensiero social, che oggi è lo strumento primario per manifestare il proprio affetto, anche se virtualmente, con gli altri. Fabrizio Frizzi mancherà a tutti gli italiani, perché quando muore un gentiluomo, per giunta affezionato al suo pubblico, è sempre un giorno triste. Ciao Fabrizio.