Francesca Costantino – Da quando, a causa del lavoro, ho raggiunto una località diversa da quella in cui sono cresciuta e quindi ho abbandonato la mia piccola e fedele automobile che mi accompagnava ovunque, per necessità ho riscoperto il piacere di camminare.
Inizialmente ammetto di essermi trovata in difficoltà, catapultata in una situazione in cui il centro storico obbligava ad azionare i piedi, i muscoli e a svegliarsi in tempo, per essere puntuale (e possibilmente non sudata!).
Con il passare dei giorni, dei mesi e ormai degli anni, ho iniziato ad apprezzare sinceramente tutti i chilometri percorsi a “suon di tacchi”. E quando in libreria ho comprato il libro Camminare di Erling Kagge, ho avvertito un senso di orgogliosa soddisfazione per aver compreso appieno il segreto del benefico “sacrificio”. Non che voglia paragonare la mia umilissima esperienza con quella dell’autore che, oltretutto, è sicuramente uno dei più grandi esploratori del mondo. Tuttavia, come l’autore stesso afferma, non serve aver scalato l’Everest o raggiunto il Polo Nord. Camminare è oggi alla portata di tutti. Basterebbe semplicemente rinunciare alle ghiotte comodità. Tanto che mettersi in cammino è diventato quasi un gesto sovversivo.
Il camminatore si sottrae alla velocità, al frenetismo, all’indifferenza ed abbraccia la lentezza; così facendo apre i suoi occhi e la sua anima ad un mondo inesplorato, alla meraviglia dei dettagli, del minuzioso. Senza contare che chi cammina può vantare una salute migliore, non solo in termini di benessere fisico ma anche psicologico, perché impiega un tempo dilatato che è utile al pensiero, alla riflessione, alla creatività. Insomma “il mettere un piede davanti all’altro” non è solo un’azione meccanica che implica uno scopo utile. Il solo scopo veramente utile è saper apprezzare le meraviglie della vita che ci circonda e per farlo dobbiamo solo riappropriarci del nostro prezioso tempo.
“Sii superiore alla tua stanchezza, al tempo, alle salite […]. L’attrazione che il comfort esercita su di noi non ci risparmia soltanto alcune cose spiacevoli, ci fa perdere anche molte piacevoli”.