Michele Martuscelli – “Il passo decisivo sarà l’approvazione del rendiconto 2017 facendo emergere la reale situazione debitoria e creditoria dell’ente”. Così – durante la scorsa seduta di consiglio – l’assessore al bilancio, Mariolina Bisceglia, ha sottolineato l’importanza del prossimo, imminente adempimento con cui si misurerà il consiglio comunale: quello del rendiconto relativo allo scorso esercizio finanziario. Il primo atto, in preparazione di questo adempimento, già è stato fatto con il riaccertamento dei residui attivi (somme accertate da incassare) e passivi (somme impegnate da pagare), incombenza necessaria per “bonificare” i conti e renderli reali il più possibile. Con questo articolo iniziamo una serie di approfondimenti per capire come stanno le finanze comunali.
Il problema più importante è quello della riscossione dei tributi, male endemico che si trascina da decenni. Criticità che è stata sottolineata anche nell’ultimo Consiglio con le cifre dichiarate dell’assessore.
“I dati in possesso – ebbe a riferire in aula – restituiscono dunque il quadro di un Ente in evidenti difficoltà finanziarie per superare le quali non è mai stata programmata un’azione seria mirata a risolvere una deficitarietà che da cronica rischia di diventale strutturale. Il maggiore problema riscontrato da questa Amministrazione sta nella riscossione dei propri crediti. Un intero settore questo delle entrate che va riformato. Il Comune infatti non riscuote e quel poco che riscuote è riscosso molto male. Basta vedere alcuni dati relativi al 2017 per avere un quadro chiaro della situazione. Per quanto riguarda l’Imu di fronte ad un accertato di 2.412.823,27 è stato riscosso un importo pari a 1.173.030,19 con una percentuale di riscossione pari al 48,61 per cento.
Per quanto riguarda l’addizionale comunale IRPEF accertato un 1.066.408,40 riscosso 164.658,60 euro; rifiuti comunali per un accertato di 2.499.255 è stato riscosso 1.314.244,25; accertamenti Tarsu: accertato 200 mila, riscosso una percentuale pari allo zero per cento. La Tosap accertato 137.214, riscosso 94.795,77 e così via imposta sulla pubblica euro 19.602 di accertato euro 8.473,76 di riscossione. Tasi euro 307.027,80 di accertato, euro 120.992,14 di riscosso. Pensiamo quindi che per il servizio rifiuti riusciamo a riscuotere la metà di quanto il Comune spende, stessa cosa per l’Imu per la quale la riscossione volontaria si ferma al di sotto del 50 per cento”.
Insomma si fa una fatica enorme a far entrare nelle casse comunali le risorse necessarie per far fronte in maniera adeguata ai servizi come avvenuto in passato. Questo anche per la Tari (tassa per coprire la gestione dei rifiuti) e per sopperire a frequenti e gravi crisi di liquidità il comune deve chiedere anticipazioni di casa tramite la banca-tesoreria che così apre il “rubinetto” mettendo a disposizione risorse ripagate con interessi.
“È ovvio quindi che il Comune debba fare riscorso costante e continuo alle anticipazioni di liquidità, che purtroppo costano interessi. Non va meglio per il credito relativo agli anni precedenti, il Comune accumula residui e crediti non riscossi, per cui la macchina amministrativa obsoleta ha necessità di essere riformata e ringiovanita. Ciò può attuarsi solo con una seria programmazione di ristrutturazione del settore delle entrate, una rimodulazione dei costi e della contrattualistica esistente che nella maggior parte dei casi non è più confacente alle necessità del nostro Comune. Vanno poste in essere tutte le azioni idonee ad implementare gli incassi dei crediti pregressi per ripianare gli scoperti di cassa sintomo di deficitarietà strutturale. Va effettuata una puntuale analisi della consistente massa dei residui attivi al fine di valutarli secondo la loro reale esigibilità per avere un quadro preciso della situazione creditoria in vista della predisposizione del rendiconto. Allo scopo di implementare sensibilmente l’incasso delle somme di proprietà competenza l’Ente sta considerando l’ipotesi di esternalizzare la gestione delle entrate al fine ti accelerare le procedure di accertamento e di riscossione”.
Parola-chiave: esternalizzare. Ovvero affidare a imprese esterne (schema seguito costantemente anche in passato) ciò che non si riesce a fare con le risorse ed i metodi del solo personale interno. Ipotesi raccomandata, tra l’altro, dal revisore dei conti a pagina 31 della relazione.
A seguire ulteriori approfondimenti.