Una passione nata in giovane età può tramutarsi in scelta di vita, improntata sul lavoro e su quanto coltivato per farla diventare essenza del futuro. Agostino Santoro, giovane ragazzo di Piedimonte Matese, ha saputo far crescere dentro di se una passione che ha reso col passare degli anni, e pochi, il motivo del suo successo nazionale e chissà, forse anche internazionale. La moto è stata da sempre la sua compagna di avventure, a partire dai primi giri in mini-moto che affrontava da bambino, fino ad arrivare agli Autodromi in cui oggi corre e vince. (Leggi riguardo la vittoria di Agostino Santoro nella tappa della Yamaha R1 Cup). Abbiamo intervistato Agostino, per conoscere e far conoscere la sua passione a tutti, in uno sport poco praticato ma molto seguito.
1. Come è nata questa tua passione?
La moto è la mia grande passione da quando ero piccolo. Intorno ai 7 anni avevo una piccola moto con la quale giocavo nel giardino di casa e mi divertivo tantissimo, ma non avrei mai immaginato tutto quello che poteva celarsi dietro quelle due ruote e soprattutto cosa poteva riservarmi tutto quello, anche perché ero davvero solo un ragazzino. In zona nessuno conosceva direttamente il panorama motociclistico nazionale e nemmeno le modalità con cui approcciare ad esso, fino a che su un giornale che comprò mio padre, lessi una notizia che a tutti gli effetti mi scombussolò un po’ la vita, in meglio: si trattava di una competizione aperta ai ragazzi di 11-12 anni, appassionati di moto ma senza esperienza in ambito di corse, che potevano affrontare delle selezioni e i migliori 20 sarebbero stati autorizzati ad entrare in un campionato sponsorizzato dalla Honda. Partecipai e fui selezionato. Da quel momento abbiamo conosciuto molte persone esperte del settore che ci hanno aiutato ad inserirci nei primi circuiti e mi hanno garantito la partecipazione costante ai vari campionati; per me era tutto nuovo fino a quel momento, non conoscevo nemmeno come era fatta una pista e rimasi sbalordito dalla bellezza del nuovo percorso che stavo per intraprendere, nonostante la mia età potesse rappresentare un problema, considerando che ho dovuto bruciare le tappe, visto che i miei colleghi erano molto più esperti di me, avendo cominciato in età più precoce. Grazie alla mia forza di volontà e alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto, sono stato capace di farmi strada e sono arrivato al punto in cui mi trovo oggi.
2. A proposito, qual è stato il sostegno che la tua famiglia ti ha dato, visto che non è proprio uno sport facile da gestire?
La mia famiglia è stata sicuramente la parte più importante del team che mi sostiene. Un motociclista gareggia individualmente, ma dietro di me c’è un lavoro che parte da molto più lontano, da quando i miei genitori mi incoraggiavano anche nei momenti difficili, perché ne ho vissuti, ed è grazie a loro che oggi ho potuto togliermi grosse soddisfazioni. Ogni volta che dovevo gareggiare lontano, era pur sempre un sacrificio restare diversi giorni fuori e per loro significava mettere anche da parte il lavoro, perché sapevano quanto amavo quello sport: mio padre mi ha sempre insegnato a non montarmi la testa e a fare ciò che è possibile, dando sempre il massimo e sfruttando il piacere di correre. Ho incontrato ragazzi che hanno sentito tantissimo la pressione dei genitori, che magari si aspettavano risultati migliori o piazzamenti importanti in gare difficili, portando solo tensione inutile e gravando indirettamente sulle prestazioni dei loro figli; questo è un appello che mi sento di fare a tutti i genitori, perché i ragazzi devono vivere le passioni per divertimento e coltivarle con costanza e impegno.
3. Dopo la vittoria di domenica, quali sono le tue ambizioni, visto che gareggerai nel World Circuit di Misano 2018?
Partecipare a quella gara sarà una grande soddisfazione, ma allo stesso tempo dovrò sfruttarla come una delle più grandi occasioni della mia carriera, e darò il massimo come al solito. Al momento il campionato che sto disputando e nel quale occupo la prima posizione, è di livello nazionale, il Trofeo Yamaha R1 Cup, e dunque a Misano dovrò confrontarmi con motociclisti che si avvicinano parecchio ai professionisti più forti, provenienti da tutta Europa, in una gara del circuito che si chiama Coppa del Mondo Stock 1000. Avrò bisogno di una grande concentrazione perché correrò contro delle moto migliori e contro piloti che già svolgono questa attività quotidianamente, cosa che io ancora non faccio. Nello sport devi trovare la giusta strada e andarci sempre con i piedi di piombo, perché quando ti giochi qualcosa di importante devi essere pronto a fronteggiare qualsiasi cosa. Penso di meritarmi questa posizione perché intanto ho vinto 3 gare su 4 in campionato e poi perché sono cosciente di avere un valido team.
4. Al tuo livello, quanto conta avere un buon team alle spalle, nonostante sia uno sport individuale?
Ogni pilota non corre mai da solo. Diciamo che ci mette la faccia e la presenza fisica sulla moto, ma dietro c’è veramente un lavoro ineffabile, che parte da quello del mental coach a quello del preparatore atletico, perché la forma fisica è fondamentale. Vincere una gara è frutto di allenamento fisico e mentale, e si può avere tutto il talento del mondo, ma senza la squadra che lavora in sintonia col pilota non si va da nessuna parte. Insieme a me ci sono una marea di tecnici, i quali devono essere sempre pronti a capire gli eventuali problemi della moto, che spesso non è sempre facile captare all’istante, e per questo c’è un comunicatore incaricato.
5. Dunque la tua passione diventerà il tuo futuro a tutti gli effetti?
Sicuramente la moto non uscirà mai dalla mia vita. Quando arrivano occasioni come per esempio la mia qualificazione al mondiale, come l’interesse della gente in quello che sto facendo, allora forse capisci che qualcosa nella tua vita sta cambiando e che forse hai davvero trovato la tua strada. Io penso sempre che devo continuare a dare il massimo, per provare a continuare a vincere, perché nessuno può dire cosa accadrà domani. Ovviamente vorrei arrivare a correre una gara del Moto GP un giorno, ma questo non posso deciderlo dall’oggi al domani perché è un traguardo lontano, anche se raggiungibile, voglio solo continuare lungo il percorso che ho intrapreso e affrontare tappa dopo tappa i vari circuiti. Alla fine di tutto, qualsiasi sia il risultato che otterrò, mi sarò divertito da morire, senza pressioni e soprattutto perché questa è la mia passione e mi trovo nel miglior periodo di forma della mia vita da motociclista.
6. Quali sono i prossimi appuntamenti in cui potremo seguirti?
Il mondiale a Misano sarà la prossima gara in programma l’8 Luglio, che sarà trasmessa in diretta su Italia 2 (Canale 35 del Digitale terrestre). Successivamente a fine luglio, avrò la quinta tappa del mio campionato, che si chiuderà ad Ottobre a Vallelunga (Roma), una tappa finale alla quale parteciperanno molti miei amici e sostenitori, anche considerata la vicinanza. Purtroppo gli autodromi sono distanti di solito e quindi non è facile farsi 6 ore di macchina per venire a vedere una mia corsa, quindi magari la gara di Vallelunga potrebbe essere una chance per chi vuole seguirmi.
7. Vuoi fare qualche ringraziamento in particolare?
I miei sponsor. Assolutamente. Correre in moto purtroppo, oltre ad esser bellissimo è anche costoso. Grazie al mio impegno però ho saputo suscitare interesse in alcune attività commerciali che mi hanno aiutato davvero, economicamente e moralmente, ad affrontare tutte le trasferte e per questo gliene sono grato e non li ringrazierò mai abbastanza.