“Penso alla tua giovane età e sento il timore di porre sulle tue spalle un peso e una responsabilità così grandi… Ma ricordando gli inizi del mio sacerdozio e del mio episcopato, ti affido a Maria. Ella che ti sta guardando dal grande affresco del Bocchetti, mentre ti doni al Signore, sia la tua maestra nella fede e nella passione per i fratelli. E non temere!”
Sospingono in avanti, le parole del Vescovo Mons. Valentino Di Cerbo, il cammino di don Paolo Vitale, da ieri sera nuovo sacerdote della Chiesa, nuovo sacerdote della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Momenti che toccano e che segnano la vita di una piccola Diocesi che “vive ancora la straordinaria esperienza della maternità”: si sono stretti tutti intorno a don Paolo, la famiglia, gli amici e i Superiori del Seminario di Benevento; il Clero diocesano, i seminaristi e i diaconi di Alife-Caiazzo; e con un’attenzione particolare hanno guardato a lui e pregato le comunità parrocchiali di Pontelatone dove don Paolo ormai da tempo svolge il suo ministero pastorale e quella di Alife di dove è originario il giovane.
Vita e Vangelo il filo conduttore dell’omelia del Vescovo Valentino: nel richiamo alla Parola di Dio il continuo riferimento ad “essere per gli altri, che costituisce l’essenza della vita cristiana, che è immagine del noi trinitario, del Dio-amore che ci rivela Gesù”. E se ogni ordinazione racchiude in sé un mandato unico per la vita sacerdotale, anche quella di don Paolo ha ricevuto la rotta dalle parole di un Vescovo che conosce i suoi figli, ne ha seguito la formazione e il percorso di vita.
“Cosa significa essere ordinato prete? Certamente non ricevere poteri spirituali da spendere individualisticamente a vantaggio proprio o di persone vicine o amiche. (Questa visione del presbiterato è la tomba di tante vite sacerdotali e di tante Comunità. Purtroppo!). Da oggi tu sei per tutti. Non sfugga nessuno alla tua attenzione, abbi la stessa premura e lo stesso affetto per quanti incontri, secondo lo stile di Dio che ‘non fa preferenza di persona’ (At 10,34)”.
Comunione, umiltà, confronto, capacità di ascolto e dialogo, saggezza e piccolezza, fiducia in Dio, fiducia negli altri e per gli altri: si riassume così il messaggio affidato per la vita a don Paolo, ma affidato anche a ciascun sacerdote che in occasioni come queste ricorre naturalmente a quella prima chiamata e al “Sì”, alle scelte fondanti la propria esperienza (scarica il testo dell’OMELIA).
Nel rito di ordinazione sacerdotale, tanti i momenti da ricordare ma sopratutto la preghiera di un’assemblea raccolta, silenziosa, commossa.
Il “Sì, lo voglio” del giovane Paolo è risuonato forte, deciso, nella Cattedrale di Alife che ha atteso momento per momento che la Celebrazione si compisse; le litanie, la preghiera di ordinazione e l’imposizione delle mani, la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione del crismale, la consegna del pane e del vino: momenti che hanno dato seguito al mandato che il Vescovo ha consegnato a don Paolo e stabilito per sempre le sue responsabilità, le priorità della sua vita di sacerdote.
Al termine della celebrazione il saluto di don Paolo (leggi il testo): sentimenti di gratitudine e affetto per la famiglia, ma soprattutto manifestazione di fede e abbandono fiducioso a Dio, alla Vergine Maria di cui nel cammino verso il sacerdozio si è sentito figlio accolto e amato.
A porgere l’omaggio istituzionale al neo sacerdote, il dott. Stefano Italiano, Commissario straordinario a Pontelatone. Presente anche il sindaco di Alife, Avv. Maria Luisa Di Tommaso e una rappresentanza dell’Amministrazione comunale.