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Piedimonte Matese, quasi 300 persone verso lo sfratto

Una vicenda che parte da molto lontano, rischia di chiudersi con il peggiore degli epiloghi. Cosa si può fare in questi casi? Nasce intanto il comitato "Pro Floriana"

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Perdere la propria casa è l’incubo che nessuno dovrebbe mai vivere, è il crollo dei sacrifici di una vita per molte persone. A Piedimonte Matese potrebbe verificarsi uno scenario di questo tipo per quasi 300 persone, membri di 64 famiglie residenti in alcuni appartamenti della Cooperativa Floriana in via Casino Del Duca.

Quello che potrebbe accadere è che questi immobili rischiano di essere venduti all’asta, nonostante siano di proprietà degli inquilini, i quali pagano regolarmente le tasse e svolgono il loro dovere di cittadini come tutti gli altri. Ma come si è arrivati a questa situazione e perché? Tutti coloro che attualmente occupano gli appartamenti di Via Casino Del Duca che stanno per essere messi all’asta, hanno costituito un comitato, chiamato “Pro Floriana”, che si sta battendo per cercare di superare questa situazione evitando il pignoramento degli immobili, che vorrebbe dire lasciare senza una casa oltre 300 persone. Abbiamo intervistato Domenico Giardullo, presidente del comitato e cittadino direttamente coinvolto nella faccenda, per comprendere più a fondo la situazione e capire i prossimi step della vicenda.

Ecco cosa è accaduto, come riporta Radice.it: Negli anni ’70 l’idea lungimirante di 64 cittadini, e dunque delle relative famiglie, fu quella di costituire una Cooperativa per costruire delle abitazioni grazie ad un terreno concesso in comodato d’uso dal Comune di Piedimonte Matese per 99 anni. Per questa costruzione il Comune di Piedimonte Matese espropriò anche un terreno vicino, di proprietà della nota famiglia Gaetani, in quanto necessario alla realizzazione dell’opera. Questo fu possibile grazie alla legge n. 167 del 1962. Ma a seguito di questo accordo tra Comune e Cooperativa fu necessario far subentrare un’Impresa di Costruzioni per la realizzazione degli alloggi. Ecco che entra in gioco l’I.R.E.C. (Interventi Regionali nell’Edilizia Pubblica Coop a r.l.), un consorzio che ha lasciato un brutto segno sulla vicenda a causa di un mutuo con l’Istituto Bancario Cariplo. Ed è proprio a questo punto che succede il peggio: l’I.R.E.C. con sentenza del Tribunale di Roma del 23 maggio 1994 fallisce e la Cariplo pignora gli alloggi degli ignari cittadini piedimontesi, trascinati per forza di cose nel baratro. Intanto, nel corso degli anni la questione è arrivata a coinvolgere più di 64 famiglie, in quanto molti “proprietari” hanno venduto le quote di questi alloggi ad altri cittadini, convinti di aver realizzato il sogno di una vita. Stipulato un secondo accordo tra le parti negli anni ’90, il problema sembrava fosse risolto, pagando un’ulteriore quota che avrebbe sancito il “riscatto” definitivo dei beni, ma così non è stato, perché chi di dovere non ha mai provveduto a cancellare l’ipoteca e le case in questione tuttora risultano tra i beni dell’I.R.E.C.

 

Che tipo di clima si respira in questa situazione?
“Attualmente si respira un’aria drammatica” – ha spiegato Domenico Giardullo – “Ci sono famiglie di anziani, che vivono qui da sempre e che non avrebbero alcun posto in cui alloggiare se gli fosse tolta la casa. Il disagio è davvero spiacevole poiché sono in corso visite da parte di CTU e periti, che quasi quotidianamente si recano negli appartamenti di queste persone, per ovvie questioni giudiziali. Si vive in un clima di paura, dove non sei sicuro se domani potrai ancora vivere a casa tua”. 

In cosa, secondo lei, potrebbe essere d’aiuto in questo caso il Comune di Piedimonte Matese?
Noi chiediamo attenzione e impegno. Quando a suo tempo il Comune concesse queste abitazioni, effettuando anche espropri, lo fece a scopo sociale, per favorire e sviluppare demografia in questa zona. L’impegno dovrebbe essere quello di mantenere lo scopo iniziale di quell’investimento, evitando che tutto ciò possa essere oggetto di speculazione, sulle spalle di cittadini proprietari di immobili. L’amministrazione deve rendersi conto di ciò che sta per accadere ed agire con impegno, controllando le convenzioni degli anni passati e magari costituendosi laddove ce ne sarà bisogno.

Ad oggi, qual è la probabilità dello sfratto?
Siamo veramente ad un passo. A settembre ci sarà la prima udienza del caso e grazie al nostro comitato possiamo avere personalità giuridica e muoverci da soli, ecco la motivazione principale della nostra costituzione. 300 persone rischiano di restare senza casa, e questo non possiamo permmetterlo, per il bene del paese e soprattutto per coloro che si trovano in questo momento difficile.

 

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