Ilaria Cervo – “Dio non accende cammini pieni di promesse per stroncarli così, senza un senso. È un Dio che condivide il nostro dolore. Penso che in questo momento il Signore sia insieme a Marcello e a Michele e stia piangendo con loro per quello che è successo”, così il vescovo Valentino Di Cerbo ai funerali del piccolo Marcello e del papà Michele Melillo che si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa di San Francesco a Caiazzo (scarica il testo integrale dell’omelia).
Alla celebrazione ha partecipato una folla numerosissima che, in questo modo, ha voluto rendere omaggio alle due giovani vite e stringersi in un unico grande abbraccio intorno alle loro famiglie.
Erano presenti i sindaci di Alife Maria Luisa Di Tommaso, di Gioia Sannitica Michelangelo Raccio, e di Caiazzo Stefano Giaquinto; quest’ultimo, anche a nome degli altri due, ha rivolto un pensiero di solidarietà e di conforto ai familiari di Michele e Marcello, manifestando loro l’enorme sconcerto che ha accomunato e che accomunerà per sempre la gente di questi tre comuni: “Ci sono momenti nella vita di ciascuno di noi in cui trovare le parole giuste per salutare le persone nel loro ultimo viaggio diventa difficile… Le parole a volte non servono. Le parole non possono colmare il vuoto. Dobbiamo comunque resistere e fare in modo che queste pagine di lutto ci spingano alla riflessione”.
Intorno alle due bare si sono stretti anche i compagni di classe di Marcello che lo hanno ricordato per la sua allegria, le sue risate, la sua immensa simpatia che lo rendeva un bambino unico e speciale, l’amico ideale di tutti. Anche gli amici di Michele hanno ricordato l’amico, l’uomo, il padre generoso e coraggioso.
Quelle del Vescovo, durante l’omelia sono state parole vicine al dolore, all’incredulità e alla rabbia che l’animo umano ha manifestato in questi giorni: “Questi momenti sono quelli che nessuno vorrebbe vivere, momenti di dolore, momenti terribili, in cui ci si pongono grandi ‘Perché?’. Ci poniamo domande molto forti sul senso della vita, sul senso delle nostre speranze, del nostro lavorare e sul nostro impegnarci per gli altri. Ci viene da dire ‘A che serve tutto questo?’“.
Ma nel ruolo di padre e di pastore, Mons. Valentino Di Cerbo ha condotto per mano questo dolore fino alla soglia di una nuova speranza: rivolgendosi ai familiari, e a tutta l’assemblea, ha ricordato che Dio non è un Dio che vuole il dolore e la morte ma è il Signore della vita; è un Dio che usa parole d’amore perché, come ci ricordava Giovanni Paolo I, ha il cuore di una madre, e parla al nostro buio e al nostro smarrimento.
“La vicenda di Gesù – ha continuato Mons. Di Cerbo – ci dice che per superare questo dolore immenso, per uscire da questo tunnel buio c’è un solo modo: bisogna guardare alla Croce, non per cercare magre consolazioni ma perché la Croce ci indica la Via che insegna a trasformare questo grande dolore in un grande amore”.
Parole di conforto, ma anche parola che spingono a guardare al futuro che comincia già oggi per i familiari e gli amici colpiti dal dolore. “Il Signore ci invita a non cercare i nostri cari dietro una fredda lapide del cimitero ma nel volto di tanti bambini che non sono amati, di tante persone sofferenti, di tante persone adulte che hanno perso la speranza, che vivono drammi. Il dovere nostro è quello di non sprecare il capitale di vita che siamo ciascuno di noi; ognuno di noi è chiamato a sostituire la vita di chi non c’è più moltiplicandola: moltiplicando i gesti di amore, di compassione, di accoglienza”.
“Di fronte alla loro vita stroncata, ha concluso il Vescovo, Michele e Marcello ci chiedono una sola cosa: Continuate a fare il bene che noi sulla terra non possiamo fare più”.