Francesca Costantino – L’imperativo categorico a cui deve rispondere la scuola oggi è: Immetti i ragazzi nella società. Niente di più sbagliato. Lo spiega bene, in questo libro, Christian Raimo, giovane insegnante e scrittore romano. Secondo la sua visione, la scuola deve rispondere a tanto altro ossia ad insegnare ad immaginare e poi costruire una società del futuro, ancora ai più sconosciuta. Gli strumenti indispensabili sono le discipline, il sapere, la conoscenza che possono insegnare non ad essere immediatamente cittadini bensì a diventarlo progressivamente, con coscienza e maturità.
Un altro degli ingredienti fondamentali che la scuola oggi sembra aver apparentemente utilizzato nel calderone della Buona Scuola, è l’uguaglianza. Fregiandosi di presunti traguardi nell’ambito dell’integrazione, del rispetto altrui, della solidarietà reciproca, ha, al contrario, raggiunto risultati eccellenti nella competizione e nell’individualismo. Basti pensare agli assurdi premi a favore degli insegnanti meritevoli e degli alunni, impegnati così in una lotta stremante al podio. Il potere del voto, le griglie, la valutazione, le ripetizioni private, diventano così mezzi di “discriminazione” di massa che sollecitano le già profondissime differenze tra chi può, anche economicamente, e chi proprio non ce la fa.
E poi c’è la missione utopistica dell’alternanza scuola-lavoro: pochi giorni e si ha l’idea del lavoro. Ma di quello sancito dalla Costituzione? No, proprio no! Quello davvero non esiste o è un sogno! Però sarebbe almeno utile conoscerlo a scuola, studiarlo e comprenderlo per poter sperare, un giorno, di poterlo realizzare.