Home Chiesa e Diocesi Sessualità e violenze, se ne discute oggi al Sinodo dei Giovani 2018

Sessualità e violenze, se ne discute oggi al Sinodo dei Giovani 2018

Papa Francesco ha aperto pochi giorni fa il Sinodo dei Vescovi sui giovani.

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Giunge alla seconda giornata il Sinodo dei Vescovi sui Giovani 2018, che si sta svolgendo a Roma in Vaticano, alla presenza dei 267 padri sinodali e di Papa Francesco, in corso fino al 28 ottobre. Nei mesi passati, sono state raccolte tutte le proposte provenienti dalle varie diocesi d’Italia e del mondo e, grazie ad un lavoro di elaborazione dei dati, oggi si può discutere dei principali argomenti che riguardano fede e discernimento vocazionale tra i giovani.

“Abbiamo ascoltato più di cinquanta interventi, di varie realtà ecclesiali e sociali. Abbiamo toccato temi come la partecipazione nella Chiesa, l’importanza dell’accompagnamento, la questione delle migrazioni, la sessualità, l’impegno politico, la sensibilità per il creato, i valori, le sofferenze dei giovani, i loro desideri e speranze”. Così mons. Pierre Jubinville, vescovo di San Pedro (Paraguay), descrive la seconda giornata del Sinodo dei vescovi, in una nota che quotidianamente scrive per tenere i contatti con la Chiesa del Paraguay.
Mons. Jubinville è stato colpito dalla richiesta del Papa di fare silenzio per tre minuti ogni cinque interventi. Una pratica che “sta producendo effetti”, perché permette di “respirare, ruminare, ricentrare l’interesse. Ci aiuta ad ascoltare realmente”.
Il vescovo si è detto toccato dall’intervento del cardinale filippino Luis Tagle, che “ha semplicemente raccontato di un incontro con un giovane povero, in occasione di un campo estivo, manifestando l’importanza dell’ascolto e della fiducia tra generazioni. Non è riuscito a terminare il suo racconto senza mettersi a piangere ricordando l’immensa fiducia che il giovane aveva posto in lui”.

È una grande opportunità confrontarsi con persone provenienti da tutto il mondo ma “è ovviamente un peccato che ci siano solo altri 40 giovani circa con cui parlare, rispetto a ben oltre 250 vescovi: ho l’impressione che siano comunque molto interessati al mondo dei giovani e questo è un buon segno, ma bisogna poi anche impegnarsi”. È il commento di Thomas Andonie, presidente della Federazione dei giovani cattolici tedeschi (Bdkj), uno degli uditori giovani al Sinodo. Secondo quanto riferisce una nota stampa diffusa stamane dall’ufficio per i media della Conferenza episcopale tedesca, ad Andonie sta a cuore una delle proposte sollevate nel pre-sinodo, cioè quella di una “commissione che rappresenti i giovani anche in Vaticano”, proposta che il “Sinodo potrebbe raccogliere e consegnare al Papa”. Positivo per Andonie il fatto che il primo giorno si sia parlato “apertamente senza alcuna sofisticazione della violenza sessuale”. “Speriamo che questo continui e porti a cambiamenti concreti”.

“Il Sinodo sui giovani non è ingessato, anzi: è la Chiesa che si mette in discussione”. Lo ha detto Chiara Giaccardi, docente di sociologia presso l’Università Cattolica di Milano, durante il primo briefing sul Sinodo della prima giornata. La docente ha definito il Sinodo “una rivoluzione copernicana”, perché “per la prima volta la Chiesa si mette in posizione non di emittente, ma di ascoltatrice”: “Non è semplicemente un artificio retorico – ha precisato – ma un cambiamento di postura che porta con sé una serie di processi e cambiamenti”. Il primo passo, per i padri sinodali, è stato “mettersi in ascolto delle questioni reali”, ha rilevato Giaccardi, “ad esempio prendendo in considerazione il punto di vista dei Paesi da cui partono i migranti. Sentire il dramma delle loro storie è realtà, non ideologia”. Altro tratto caratteristico del dibattito in Aula nuova del Sinodo, per la sociologa, “è la concretezza della persona: non abbiamo modelli di virtù a cui richiamare i giovani, si parte da ciò che segna l’età giovanile, e cioè in particolare l’affettività e sessualità: non coltivare alcune dimensioni della persona può significare, in alcuni casi, anche arrivare alla perversione”. Compito della Chiesa, dunque, è rispondere al desiderio di “accompagnamento” che emerge dai giovani, puntando “non solo a contenere la sessualità, ma ad aiutarla ad esprimersi nella sua integrità”, superando “il dualismo tra corpo e spirito”.

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