Accaddero in questi giorni molti fatti, molti eventi e in essi storie di uomini e donne destinate a cambiare per sempre. Quella che vi proponiamo narra di don Pasquale Cervo, sacerdote di Caiazzo, che dopo i fatti terribili di Monte Carmignano, visse l’esperienza del bombardamento americano su Caiazzo.
Era la Guerra. I tanti comuni dell’Alto Casertano, toccati inizialmente nell’esperienza di chi era mandato a combattere lontano e per le restrizioni in loco dei tedeschi da padroni appostati, avevano vissuto ore intense di dolore allorquando lo sbarco degli americani e la ritirata dei nemici accendevano di fuoco, notte e giorno, queste terre.
L’8 settembre 1943 segnò lo spartiacque e l’inizio di lunghi mesi di pericolo ben più gravi di quelli che negli anni prima erano solo racconti dai fronti.
Caiazzo, Alvignano, Dragoni, Alife i comuni posti sulla via della ritirata nemica verso nord.
Storie di famiglie fuggite tra i monti in giacigli di fortuna; storie di bambini colpiti anche solo per sedare la stizza nervosa di uomini in uniforme ormai vinti da paura e da rabbia; storie di sacerdoti portatori di speranza, di una forzata normalità, di fede, di preghiera.
Tra essi come non ricordare don Biagio Mugione parroco di San Sebastiano in Alvignano fatto saltare in aria dai tedeschi il 18 ottobre 1943, pochi giorni dopo il bombardamento di Alife del 13 ottobre in cui sotto le bombe morì il parroco don Antonino Leggio.
In quei giorni protagonista di altre terribili vicende, ma questa volta a Caiazzo, don Pasquale Cervo: quando in paese giunse la notizia della strage di Monte Carmignano in cui 22 civili tra uomini, donne e bambini erano stati fucilati dai tedeschi, non esitò e raggiunse il luogo per benedire le salme e ricomporre i corpi insieme ad altri paesani.
Ieri (8 settembre) è ricorso l’anniversario della sua morte, avvenuta nel 1954 e ricordata nel libro di Aldo Cervo L’autunno di Montalba (Ed. EVA, 2011, seconda ristampa) le cui pagine descrivono la commozione e la premura dei caiatini davanti al suo corpo senza vita, dopo la malattia degli ultimi anni.
È proprio il nipote Aldo Cervo a ricordare nel libro, in un flashback di forte impatto emotivo, don Pasquale, in occasione del bombardamento alleato su Caiazzo: “Il 27 gennaio 1944 stava insegnando catechismo a una decina di ragazzi che a maggio dovevan prendere la Prima comunione. Il brutto della guerra era passato nelle nostre zone… (…). Si parlava di Dio che ci ama, della morte sconfitta da Cristo, del paradiso dove tutti i buoni di questo mondo vanno a trascorrere il resto della loro eternità (…). Improvvisamente, sulla terra – quella appunto del breve frugale passaggio – piovvero delle bombe made in Usa (…). Lo scoppio degli ordigni troppo vivo ancora nel ricordo dei ragazzi (…) sbandò la compagnia e subito tornarono alla mente i nascondigli del ’43.
Il parroco tentò di evitare quel fuggire alla cieca, e nel disperato tentativo di trattenerli, si trovò drammaticamente di fronte alla più tragica delle verifiche mai operata da un maestro nei confronti dei discepoli a lezione appena ultimata. «Non fuggite – gridò, mentre già calcinacci piovevano dalle arcate – Non fuggite: tra poco ce ne andremo tutti in paradiso».
«Nun ce vulimm venì», risposero da più parti della cattedrale (…).
Purtroppo due o tre di quegli innocenti in paradiso ci andarono e proprio mentre tentavano di salvare l’unica vita che conoscevano – quella di passaggio – che l’amore della madre, senza condizioni, gli aveva da così poco tempo, generosamente, donata”.
La storia di don Pasquale, di prete comune ma coraggioso, oggi appartiene alla raccolta di biografie che la Diocesi di Alife-Caiazzo dedicherà a uomini e donne della nostra terra portatori, nella semplicità, del vangelo più autentico. E la sua, ancora una volta porterà la firma del nipote Aldo Cervo.