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A Valle Agricola un’antica “novità”. La Parrocchia recupera preghiere e novene della tradizione locale

Distribuito il giorno dei morti, un libricino di preghiere, sintesi dell'identità locale e scrigno dei valori di ieri e di oggi. I piccoli centri? Molto di più di ciò che vediamo

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Valle Agricola?
Per chi vive a distanza, altro non è che un agglomerato di case, in montagna, dove la poesia della neve d’inverno è meno frequente rispetto agli altri paesi in quota, e dove – ormai da sempre – la strada per arrivarci è una delle peggiori della nostra Provincia.
Valle Agricola vive di se stessa, della sua storia, delle tradizioni ancora offerte ai più giovani e assaporate con soddisfazione e malinconia dagli anziani: tradizioni che fanno venire la voglia di tornarci perchè lì, fede, devozione, rispetto, senso del dovere e del lavoro (anche quello che si è costretti a fare all’Estero) si consumano ogni giorno e si trasmettono: una sopravvivenza dolce e amara, ma soprattutto necessaria a chi sa che prima o poi si rimarrà davvero in pochi.
Si vive di ciò che si è; e quello che c’è lo si rende solido perché su quelle fondamenta verranno nuove generazioni, forse destinate anch’esse ad emigrare, ma almeno con dei bei valori in tasca da esportare.
Ora diteci se un libricino di novene e preghiere antiche “recuperato” e fatto ristampare dal Parroco e distribuito tra la popolazione, in questo luogo, ha un sapore banale oppure no.
Cose di sempre, cose già viste e già fatte: a Valle Agricola non è così.
Rinnovare questa carta d’identità equivale a dire “ci siamo ancora, con tutto ciò che siamo”.

Pagine che si sfogliano e si caricano di ricordi, di rispetto per chi le ha tramandate tutte queste cose sante, ma anche di “novità” perchè alla lingua di un tempo si affianca la parlata moderna, e dove alle antiche tradizioni si ancorano i valori fragili di oggi.
Don Salvatore Di Chello ha curato nel tempo questo lavoro, frutto di mesi di ricerca, di “recupero” in ascolto dei più anziani fino alla scoperta personale (da giovane prete) di usanze che non hanno l’ufficialità della fede (fatevi raccontare il “giorno dei morti!” a Valle), ma risiedono in antichissimi riti e manifestazioni religiose che nutrono di speranza la normalità di questa vita in quota.

1 COMMENTO

  1. Valle non è una cosa a sé, ma ti prende l’anima specie se vivi lontano. Il recupero delle vecchie tradizione tiene vivo il ricordo,anche dei propri cari.E sono proprio le cose recuperate dal passato che lo rendono affascinante anche se per andarci , bisogna farlo per forza,visto che la strada finisce là

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