Il Governo decide di chiudere il Punto Nascita dell’ospedale civile di Piedimonte Matese (con quelli di Polla e Sapri), la Regione Campania chiede una deroga.
Ancora in balìa di decisioni definitive il presidio sanitario matesino, oggi uno dei pochi in Campania a garantire – sia al Pronto soccorso che nei reparti – l’assistenza e il servizio di qualità che manca in altri e sovraffollati centri della Regione.
A Piedimonte Matese – lì dove mancano i primari, e gli infermieri a fatica coprono i turni – si raccoglie non solo la popolazione locale, ma giungono ormai da tutta la Regione pazienti con la scelta mirata dei servizi e dell’assistenza che qui sanno di trovare.
Sul caso di neonatologia si discute da anni senza alcuna soluzione: l’assenza del servizio ha messo in crisi il “sistema nascite” del Matese, già provato dalla tendenza europea e nazionale che vede in considerevole calo la popolazione residente (basti pensare che nel 2017 la popolazione italiana è diminuita di oltre 105.472 unità e il numero dei nati non era mai stato così basso dai tempi dell’Unità d’Italia).
Tant’è che negli ultimi 15 anni è cresciuto considerevolmente il numero di mamme matesine, che ha scelto di far nascere il proprio figlio fuori dalla struttura di Piedimonte Matese. E sono Benevento, Caserta e Capua i centri di maggior richiamo, soprattutto per l’assistenza garantita ai neonati che il locale reparto non può fornire in caso di necessità.
A seguito delle decisioni di Governo e della richiesta di deroga della Regione Campania (leggi il comunicato), anche la reazione del Sindaco di Piedimonte, Luigi Di Lorenzo “richiedendo l’ineludibilile impegno della Asl di Caserta a garantire eventuali lavori di miglioramento e integrazione di personale ove necessario”.
“È mia personale impressione – continua il Primo cittadino, di professione medico – che innegabilmente a fronte di una florida attività dell’Ostetricia di Piedimonte pubblica e privata, sul territorio ci sia una cronica penalizzazione della neonatologia che pesa come un macigno“.
A fronte delle nascite matesine che regolarmente avvengono fuori dal territorio, Di Lorenzo chiede di riformulare la programmazione della “poco lungimirante” Asl casertana perchè migliorare il servizio equivarrebbe a riportare le nascite sul territorio, piuttosto che lasciare alla deriva un servizio che fino a metà degli anni ’90 è stato fiore all’occhiello in tutta la Provincia di Caserta. Perchè un “reparto maternità” (con tutti i suoi servizi normali e straordinari) merita rispetto, anche solo a pronunciarlo, e futuro anche solo a pensarlo. (Leggi il comunicato integrale del sindaco Di Lorenzo).
Finché resteremo legati alla provincia di Caserta, qualsiasi servizio sarà penalizzato!