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“Chiamati a dire sì come Maria, per realizzare i sogni di Dio”. Daniele Cirioli è diacono

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L’Immacolata, la festa che ripropone all’uomo la domanda ‘dove sei?’ chiedendo di svelare la posizione, non geografica, non quella di facile intuizione social, ma quella del cuore. Come Dio ad Adamo, il ‘dove sei?’, che risuona ancora oggi è per chiedere all’uomo di assumere le responsabilità di ciò che è, di ciò che fa…di dove sta con le sue azioni.

Un 7 dicembre ricco di significato per la Diocesi di Alife-Caiazzo che nella festa dell’Immacolata ha vissuto l’ordinazione diaconale di Daniele Cirioli e la benedizione del nuovo ambone della Cattedrale: momenti per la Chiesa locale che continuano a rivelare segni di grazia, premura di Dio per la gente, visibile nella testimonianza di un laico che sceglie questa particolare vocazione e nel dono fatto alla Cattedrale della mensa della parola, per volontà del sacerdote alifano don Antonio Sasso.

Occasione felice, accompagnata dalla riflessione che la gioia non è solo quella degli eventi o delle circostanze come queste, ma della loro sintesi nell’eucarestia e del loro seguito nella testimonianza tra la gente.
Il terzo capitolo del Libro della Genesi, proposto in questa liturgia, il Vescovo lo ha messo nelle mani dei fedeli “perché esso parla di me, di voi… parla di qualcosa che accade a tutti; parla delle responsabilità nei confronti del mondo e della vita, su cui Dio ha un grande progetto di salvezza, così come ci rivela l’apostolo Paolo nella II lettura (In lui ci ha scelti…per essere santi e immacolati al suo cospetto, ndr)”. Dal male del peccato originale, oggi specchio di atteggiamenti egoistici e meschini, alla possibilità di ricominciare, grazie ad un sì, generoso e timoroso della Madre di Dio.

“Di fronte al disordine generato dall’uomo (nel peccato di Adamo ed Eva), lì dove egli pensa di poter prevaricare e vincere sulle decisioni altrui, sta Maria a rivelarci due grandi verità, due straordinarie esperienze. La prima ci dice che Lei è la testimone che Dio di fronte al male degli uomini non si arrende: lì dove l’uomo inquina con il peccato Dio fa risgorgare una sorgente pura da cui nasce Gesù, e ricomincia dal principio il suo sogno di bellezza per l’umanità. La seconda verità è che il bene rinasce lì dove Dio trova la disponibilità del nostro sì…”

In questa logica di accoglienza reciproca, di disponibilità a Dio e a lasciarsi guidare da lui, si colloca ogni vocazione generosa, quella di uomo, di donna, di genitori, di sacerdoti e vescovi…di chiunque che “pur non sapendo dove sta andando, Dio sa dove lo sta conducendo”.

Il diaconato di Daniele, anch’esso un , come quello di Maria; un servizio che ha chiamato un laico della Diocesi di Alife-Caiazzo ad essere collaboratore, servo, a stare accanto…e ad avere in mano la sola forza del Vangelo.
Così infatti Mons. Di Cerbo ha commento la consegna della Parola del Signore al neo diacono: “Con che cosa se ne andrà tra le mani Daniele? Con il solo libro dei Vangeli…che è tutto.  Più che proclamarlo, sei chiamato a renderlo vivo trai fratelli e con i tuoi sì a rendere possibile i sogni di Dio nel mondo (…); tra questa Comunità che ti ha donato la fede; nella Diocesi in cui sei chiamato come collaboratore del Vescovo e dei presbiteri”.

Essere servitore, e come modello San Francesco d’Assisi: l’immagine che in ultimo il Vescovo ha richiamato ai presenti, nella scelta di essere pieni e completi soltanto attraverso l’esperienza del servizio.

Al termine della celebrazione il “grazie” di Daniele Cirioli agli amici, alla moglie e ai figli, al suo lavoro. Un pensiero particolare e colmo di riconoscenza agli amici di sempre, in particolare don Emilio Salvatore con cui ha condiviso la gioia di chi scopre Gesù Cristo e il suo Vangelo, e il Vescovo Valentino Di Cerbo con cui condivide la gioia di servire quel Vangelo.
Scarica il testo integrale dell’intervento.  

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