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Matese d’acqua dolce, ultimo passo. Termina la rubrica partita a luglio 2017

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E siamo a sessantacinque!
Traguardo che ci porta, con orgoglio, a salutare la rubrica Matese d’acqua dolce che ci ha accompagnati da luglio 2017 alla scoperta di un insolito Matese attraverso i tanti abbeveratoi disseminati nei boschi, nelle valli o tra le rocce…

Abbiamo percorso il nostro Appennino carichi di curiosità, con l’attesa di scorgere settimanalmente fonti e luoghi inaspettati ma rivelatori dell’altra faccia di questa montagna: abbiamo immaginato i pastori e le loro greggi abbeverarsi nelle piacevoli estati, oppure passare e osservare le cannelle di ghiaccio immobilizzate dal gelo di alta quota.
Segni di vita e di compagnia per chi ha fatto del Matese il luogo del proprio lavoro, o la meta del proprio viaggio; segno di vita per chi tante volte ha provato a vincere la solitudine dei luoghi e sorriso di fronte ad una fonte zampillante.
Abbeveratoi, solitari guardiani di casa nostra…
Ringrazio Roberto Fratta  autore delle foto e degli itinerari e Salvatore Signore autore dei testi, per averci mostrato un Matese nuovo, vivo di un’anima che non tutti conoscono; la loro puntualità e la cura per il lavoro che settimanalmente hanno offerto alla nostra lettura rivela un amore insolito per questo Matese: passione per la terra natìa che non si trattiene per se stessi ma si mette a disposizione della grande famiglia di paesi e paesini, dei volti e delle storie che la popolano invitando tutti ad averne cura, rispetto, e a raccontarne la bellezza, unica, come in nessun altro luogo.
Con loro abbiamo attraversato Valle Orsara, abbiamo sostato sul Lago Matese, siamo passati per Campo dell’Arco per raggiungere la bella Fontana della Pila a quota 1.450 metri, poi la traversata di Campo dell’Esule in ascolto della leggenda che la anima, o lunghe soste sui balconi che danno verso il basso che al tramonto si anima di piccole luci umane…
Ci concediamo quest’ultima visione, con l’invito, rivolto a tutti, a ritornare nella nostra Rubrica che rimane online a disposizione di tutti… Ci congediamo da questo lavoro con la speranza che dal digitale questo racconti trovi posto anche sulla carta…
Grazia Biasi

65. Valle Uma
La conquista dell’acqua

di Salvatore Signore

Camminare sulle quote dell’Appennino campano/molisano significa confrontarsi con vette epigee sperimentando sentieri, osservando creste, conquistando dislivelli; vivere le suddette, invece, significa sfidare anche cime dai valori negativi (ipogee) e Valle Uma rappresenta uno dei luoghi ideali per scendere  fino a  –1.000 mt. nel cuore della roccia.
Sulle orme dell’acqua, elemento ispiratore di questa rubrica, si decise oltre un anno addietro di provare a raccontarne i passaggi, alcuni evidenti altri meno, alcuni superficiali altri sotterranei con l’obiettivo di  ricavarne un’intricata e spettacolare mappa capace di lasciare incantato chiunque.
Il raggruppamento di vasche intrappolate nelle splendide foto con paesaggi innevati chiudono e si agganciano in maniera perfettamente sincronica, con l’inverno che si approssima, all’epilogo dei nostri racconti: dalla pianura dolce di Miralago all’abbeveratoio a pochi passi dai 2050 mt slm fino alle grotte più cupe, abbiamo provato a raccontare questi posti con gli occhi della semplicità. Partenze all’alba d’estate e d’inverno, salite in notturna, foschia, neve, pioggia e raffiche di vento ci hanno accompagnato e continuano ad essere i nostri “amici di traccia”.

Con assoluta stima e riconoscenza rivolta a chi ha deciso di ospitare questa pazza idea nata tra i sentieri bassi delle montagne alte; a Roberto Fratta, inarrivabile camminatore e amico sincero; a Grazia Biasi persona limpida e squisita e col pensiero rivolto ai prossimi progetti… Buon Sentiero.

1 COMMENTO

  1. Un lavoro IMMENSO e di valore inestimabile , degno di una tesi di laurea se non oltre . Davvero COMPLIMENTI . Non andrà perso .

    ing. Diego DE ROSA

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