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Identità e talento narrativo nel primo libro di Francesco Lutri

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Le potenzialità dei giovani provenienti dal territorio matesino continuano a farsi strada ed ora è il campo della Letteratura narrativa ad arricchirsi di un nuovo autore. Infatti, è uscito nelle scorse settimane, per i tipi delle edizioni Aletti, il libro Partenope – Agonia del mare, il primo lavoro a firma di Francesco Lutri. Classe 1996, Francesco è nato a Piedimonte Matese, ma studia a Napoli presso l’Università Federico II, dove frequenta la facoltà di Scienze politiche. Collaboratore tra i più validi della Comunità parrocchiale di Ave Gratia Plena a Piedimonte Matese, nonostante la giovane età, è un profondo conoscitore di Storia del Mezzogiorno d’Italia, nonché amante del mare. Tutto questo si ritrova nella storia da lui scritta, che narra le vicende di una ragazza ribelle e vivace, di nome Partenope, cresciuta spensieratamente in Sicilia e poi costretta all’esilio a Napoli dopo l’arrivo di Garibaldi, perché imparentata con i Borbone, da poco spodestati dal dittatore nizzardo. Pur innamorandosi della ex capitale duosiciliana, Partenope dovrà affrontare nuove prove, legate alle mutate dinamiche politiche. Un libro dall’indubbia carica identitaria, la cui genesi ci viene descritta dall’autore stesso, recentemente raggiunto dalla nostra testata.

Francesco, il tuo libro Partenope – agonia del mare, di recente pubblicazione, sta incontrando numerosi apprezzamenti. Da quali esperienza nasce questo tuo primo lavoro?
E’ iniziato tutto quando ho iniziato a frequentare Napoli ed affezionarmi di più alla tua storia, alla storia nascosta di una città e di un Regno delle Due Sicilie che in realtà era abbastanza florido, forse tra i più ricchi d’Europa e di un’Unità d’Italia che essenzialmente ne ha provocato la decadenza.

Le tue origini siculo-napoletane parlano chiaro ed in questo tuo libro traspaiono in tutta la loro evidenza. In esso, oltre alla componente storica, quanto c’è di autobiografico e quanto c’è di fantastico?
Di fantastico c’è sicuramente tutta la storia, tutta la vicenda di Partenope che viene narrata: in essa, essendo ambientata tra Sicilia e Napoli, per mezzo dei personaggi, ho voluto esprimere pensieri ed emozioni che personalmente ho provato e che sono strettamente legate a questi luoghi che fanno parte della mia vita, per cui ho voluto descrivere nei minimi particolari ed in maniera molto personale ciò che rappresentano Napoli e la Sicilia per me.

Questa tua prima esperienza come autore conferma che anche tra i giovani dell’altocasertano permane una certa vivacità in campo letterario, forse un po’ scoraggiata da un certo provincialismo ed elitarismo di fondo. Cosa ti sentiresti di dire a quei coetanei che nutrono il tuo stesso desiderio di pubblicare?
Se avete delle storie che volete raccontare e volete rendere pubblica la vostra immaginazione, non bisogna avere paura, bisogna scrivere, scrivere sempre, anche per gioco; poi da cosa nasce cosa e si può pure finire a pubblicare un libro. Quindi ampio spazio all’immaginazione e soprattutto non tenetela per voi, questa immaginazione: esprimetela, attraverso qualsiasi tipo di opera.

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